Stupro Rimini, i due fratelli marocchini avrebbero dovuto esser rimpatriati

04/09/2017 di Redazione

I due fratelli marocchini coinvolti nello stupro di Rimini avrebbero dovuto esser rimpatriati. L’ha raccontato il sindaco di Vallefoglia, Palmiro Ucchielli, che evidenzia come erano stati raccolti circa 5 mila a persone per far tornare in Marocco la famiglia, così da ricongiungerli al padre, che era stato espulso dall’Italia. La madre e i quattro fratelli marocchini, tra cui i due che poi sono stati arrestati con l’accusa di aver violentato una ragazza polacca, picchiato il suo amico, e di aver commesso un ulteriore stupro nei confronti di una trans peruviana, avrebbero dovuto esser già in Marocco da tre anni.

STUPRO RIMINI, I FRATELLI MAROCCHINI ERANO STATI SUL PUNTO DI ESSER RIMPATRIATI

Al Quotidiano Nazionale Ucchielli spiega però che il tribunale dei minori abbia bloccato il trasferimento. Il motivo è che per il rimpatrio dei minorenni serve il consenso dei genitori: la madre si era detta favorevole dopo aver ottenuto un cospicuo finanziamento, circa 25 mila euro, per il viaggio; il padre però si era opposto, così da potersi ricongiungere con la famiglia dopo la sua espulsione dall’Italia. Il genitore aveva promesso al tribunale dei Minori di Ancona che si sarebbe impegnato per cercare di riportare i suoi figli a comportarsi in modo più corretto. Il padre però si trova ancora agli arresti domiciliari – per ingresso irregolare in Italia – mentre la madre potrebbe andare a processo per una querela per stalking e aggressione fatta da una sua vicina di casa che si sentiva perseguitata dalla famiglia, con violenze fisiche.

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I FRATELLI MAROCCHINI DELLO STUPRO RIMINI VIVEVANO IN CONDIZIONI DI ESTREMO DISAGIO

I due fratelli marocchini coinvolti nello stupro di Rimini erano molto conosciuti a Vallefoglia. Nonostante l’impegno degli insegnanti di sostegno era molto difficile, se non impossibile, farli studiare, e compivano costanti atti di bullismo. I loro docenti rimarcano le condizioni di estrema povertà in cui son cresciuti, visto che il padre è stato assente per diversi anni e la madre non lavorava. Spesso potevano mangiare solo grazie alle collette della Caritas, mentre le bollette e l’affitto erano pagati dai servizi sociali del Comune. Anche i carabinieri, presso la cui stazione i due fratelli marocchini sono stati costretti a denunciare lo stupro di Rimini commesso, si erano impegnati per far mangiare questa famiglia.

Foto copertina: ANSA

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