È morto il Gabibbo: addio a Gero Caldarelli

21/08/2017 di Redazione

Dal 1990 vestiva gli irriverenti panni del Gabibbo. Gero Caldarelli, 75 anni, era un mimo che ha fatto sorridere tutti, almeno una volta. Una malattia incurabile – come si legge in una nota diffusa dal programma Striscia la Notizia – lo ha portato via. Negli ultimi anni, sotto alla grande testa del pupazzo rosso, Caldarelli si era alternato con il suo alter ego Rocco Gaudimonte.

LEGGI ANCHE > Striscia la Notizia, il Gabibbo scrive a Flavio Insinna. Dandogli del pupazzo tra l’altro

MORTO GABIBBO, LE PAROLE DI ANTONIO RICCI

Le parole di Antonio Ricci, autore e ideatore di Striscia e conoscente di lungo corso di Caldarelli (lo aveva voluto con lui sin dai tempi di Drive In), sono le prime a commentare la scomparsa dell’animatore del Gabibbo: «È riuscito a dare a un pupazzo, che nasceva arrogante, grazia e poesia» – si legge nel comunicato del programma Striscia la Notizia.

Un attore eccentrico, Caldarelli, capace di frequentare con successo la scuola del mimo del Piccolo Teatro, fondatore lui stesso di un corso per mimi intitolato Quelli di Grock. Dopo diverse comparse cinematografiche – in modo particolare quella del 1979 in Ratataplan -, iniziò la sua duratura collaborazione con Antonio Ricci.

Tra i suoi quadri in gommapiuma e i suoi smalti ad acqua (forme d’arte con cui amava dilettarsi), trovò anche il tempo di pubblicare due libri: Una vita da ripieno – Cronache dall’interno del Gabibbo (2003, Rizzoli) e Belendi, che storie! Tre mega avventure nel mondo dei besughi (lo scorso maggio per Mondadori).

MORTO GABIBBO, IL CORDOGLIO DEL MONDO DELLO SPETTACOLO

La morte di Gero Caldarelli ha commosso il mondo dei social network. E, tra i colleghi di Striscia e tanti altri vip, ha fatto partire i commenti di diverse personalità del mondo dello spettacolo: da Simona Ventura che gli augura buon viaggio, a Ezio Greggio che ricorda il suo essere «un omino minuto fuori, ma dentro un omone, un grande», passando per i colleghi di sempre Stefania Petyx, Cristiano Militello e Valerio Staffelli.

Share this article