«La radicale inversione di rotta» della Raggi: dalla difesa del lago di Bracciano al ricorso per proseguirne le captazioni

«Possiamo intervenire affinché anche i nostri figli possano continuare a vedere il lago di Bracciano bello come ora»: una promessa solenne quella di Virginia Raggi, che a meno di due mesi di distanza fa piuttosto sorridere. Sorrideranno meno, forse, gli abitanti dei comuni che si affacciano sul bacino lacustre. Proprio oggi, infatti, il Tribunale delle Acque ha parzialmente accolto il ricorso della prima cittadina contro l’ordinanza della Regione Lazio. Le captazioni dal lago di Acea Ato 2 non si fermeranno a settembre e da oggi i prelievi possono restare di 400 litri al secondo.

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IL POST DELLA RAGGI IN DIFESA DEL LAGO DI BRACCIANO

Era il 22 giugno scorso quando la sindaca Raggi postava su Facebook una lunga spiegazione dell’ordinanza comunale contro lo spreco dell’acqua pubblica – la famosa ordinanza che chiudeva i nasoni. Ebbene dietro quella decisione c’era l’intenzione di salvaguardare il lago di Bracciano, come scriveva Virginia Raggi su Facebook.

Il lago di Bracciano, alle porte di Roma, si è abbassato di oltre un metro negli ultimi anni. Un calo dell’acqua che mette a rischio un patrimonio naturale unico. Chi ha avuto la fortuna di visitarlo ha visto come la natura possa essere generosa. Ho voluto postare questa foto perché possiate tutti godere di questo spettacolo. Possiamo intervenire affinché anche i nostri figli possano continuare a vedere il lago di Bracciano bello come ora. E lo stiamo facendo.

La tutela della sostenibilità ambientale è uno dei pilastri del nostro programma. Per questo oggi ho firmato un’ordinanza con l’obiettivo di preservare il livello delle acque del lago di Bracciano. Negli ultimi anni è completamente mancata una vera politica di tutela delle risorse idriche. Stiamo lavorando per segnare una radicale inversione di rotta.

Raggi

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LA RAGGI E «LA RADICALE INVERSIONE DI ROTTA NELLA TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE»

Nel suo lungo post su Facebook, Virginia Raggi annunciava di stare lavorando per «segnare una radicale inversione di rotta» nella «tutela delle risorse idriche». Effettivamente l’inversione di rotta c’è stata e anche radicale. Il 21 luglio scorso il governatore del Lazio Nicola Zingaretti – allo scopo di salvaguardare il lago di Bracciano – aveva emanato un’ordinanza per fermarne le captazioni da parte di Acea Ato2. E da lì l’esplosione dell’allarme per un milione e 500mila romani che avrebbero rischiato il razionamento dell’acqua se i prelievi dal bacino fossero cessati immediatamente. Una settimana più tardi il parziale dietro front di Zingaretti: una nuova ordinanza, che si sostituisce alla precedente e stabilisce una diminuzione progressiva delle captazioni, fino al definito stop a settembre. Alla Raggi però non è bastato: la sindaca ha presentato ricorso al Tribunale delle Acque e oggi il giudice lo ha parzialmente accolto. Cosa non si fa per permettere che «i nostri figli possano continuare a vedere il lago di Bracciano bello come ora»!

Foto copertina: il post su Facebook lo scorso 22 luglio della sindaca Raggi

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