«Perché i No Vax hanno gravi problemi cognitivi»

26/07/2017 di Redazione

I no vax, gli antivaccinisti che combattono le immunizzazioni, hanno una chiusura cognitiva causata dai loro pregiudizi. Lo afferma in una intervista alla Stampa di oggi il professor Andrea Grigniolio, docente di Storia della Medicina all’Università Sapienza di Roma e autore del fortunato libro «Chi ha paura dei vaccini», pubblicato nel 2016 da Codice Edizioni. In un commento al quotidiano di Torino sulla sentenza della Cassazione che nega il nesso tra vaccini e autismo così come sull’obbligo di immunizzazione introdotto dal decreto Lorenzin Grignolio rimarca come

Le neuroscienze cognitive ci dicono che gli antivacccinisti, persone perlo più istruite e benestanti, hanno diversi pregiudizi cognitivi che ne causano una chiusura cognitiva. Sono più inclini di altri gruppi a rifiutare informazioni che confliggono con le loro credenze di partenza (con i “bias” di conferma). E quando vengono stimolati a cambiare idea, radicalizzano le loro posizioni (con i “bias” del ritorno di fiamma).

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La giornalista della Stampa, Valentina Arcovio, chiede al professor Grignolio come si possa imparare a pensare in modo razionale anche per i no vax. La risposta del docente ne illustra le signiticative difficoltà.

Non per tutti è semplice. Nel caso degli antivaccinisti, che rappresentano il 15% della popolazione, bisogna fare una distinzione tra i radicali, che sono il 5%, e gli esitanti, che sono il 10%. I primi sono praticamente irriducibili. È difficile far cambiare loro idea, dato che per loro è una questione identitaria. Gli esitanti, invece, sono i genitori che non hanno una posizione precisa. A loro si può arrivare con una buona comunicazione da parte del medico e dei media.

 

Foto copertina: ANSA/ CLAUDIA TOMATIS

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