Ius soli, il PD verso l’addio per non far cadere il Governo Gentiloni

15/07/2017 di Andrea Mollica

Ius soli probabilmente non sarà approvato entro la fine della legislatura. Il passaggio della legge che modifica la cittadinanza introducendo il diritto a diventare italiani a chi è nato sul nostro territorio, se residenti da almeno 5 anni, e chi ha frequentato le scuole italiane , il cosiddetto ius culturae, è sempre stato incerto viste le divisioni della maggioranza. Ma ora il destino della normativa appare quasi segnato. Lo dimostrano le dichiarazioni della presidente del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che ha rimarcato come lo ius soli andrà in aula al Senato solo se ci saranno i numeri per la fiducia. Il segretario del PD, Matteo Renzi, aveva fatto pressioni perché l’esecutivo ponesse la questione di fiducia sul testo, così da ricompattare la maggioranza e favorirne il passaggio.

IUS SOLI ABBANDONATO DAL PD

Alleanza popolare, il principale alleato del PD nel sostegno al Governo Gentiloni, è contraria al voto di fiducia, e alcuni suoi esponenti, come il ministro Costa, si son detti pronti a dimettersi dall’esecutivo per non votare lo ius soli. Una posizione di contrarietà alla nuova cittadinanza che al momento sembra maggioranza in AP, nonostante il leader Alfano avesse dato il suo assenso alla normativa. Lo ius soli era stato definito una priorità dal segretario Matteo Renzi, che ha deciso di far passare questa legge anche per rimodulare le nuove posizioni più restrittive sull’immigrazione. I centristi però, a pochi mesi dal voto, non sembrano però disposti a cedere, e all’interno del Partito Democratico diversi ministri sono scettici su una scelta che potrebbe minare la prosecuzione del Governo Gentiloni.

Foto copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

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