Valerio, il ragazzo di Latina che ha salvato due bambine a Sabaudia

14/07/2017 di Redazione

Valerio Catoia è un atleta speciale. Lo scorso mercoledì, infatti, ha vinto l’ennesima sfida, stavolta più articolata del solito: lanciandosi in acqua insieme al papà, ha salvato due bambine che si erano allontanate eccessivamente dalla spiaggia e non riuscivano a guadagnare la riva. Ognuno dei due soccorritori ha avuto l’abilità di portare al sicuro una persona ciascuno, evitando qualsiasi triste epilogo.

VALERIO CATOIA, IL RAGAZZO DIVERSAMENTE ABILE CHE SALVA DUE BAMBINE A SABAUDIA

Di anni ne ha diciassette, ma la stoffa del campione già è chiara. Valerio, diciassettenne di Latina affetto da sindrome di down, era tranquillamente seduto in spiaggia a Sabaudia con i suoi familiari quando, in seguito ad alcune urla, l’atleta della Polisportiva Hyperion si è lanciato tra le onde del mare. Non ci ha pensato un attimo di troppo e, avendo fatto anche un corso di salvataggio, ha raggiunto le giovani bagnanti, conducendole a riva insieme al padre. «Valerio nuota da quando aveva tre anni – chiarisce il suo allenatore Roberto Cavana a ilmattino.it -. Con la polisportiva Hyperion che fa attività sportiva con la FISDIR (Federazione Italiana sport paralinpici degli intellettivo relazionale) ha iniziato da quando aveva 11 anni a fare le prime gare ed ha sempre riportato un ottimo piazzamento a livello regionale e nazionale. Qui a Latina siamo stati i primi a sperimentare l’attività di salvamento, che ha poi preso piede a livello nazionale. A luglio dello scorso anno Valerio ha partecipato a Firenze alle prime olimpiadi mondiali con atleti affetti da sindrome di down ed ha fatto una dimostrazione di salvamento con un manichino davanti agli organi internazionali». Una piccola nota di colore, per concludere le sue parole di stima rivolte a Valerio, è rappresentata dall’esperienza di salvataggio che lo ha portato addirittura ad anticipare di qualche attimo i due bagnini Davide e Pierpaolo. L’allenatore Cavana sottolinea la sua fierezza, in virtù del fatto che non è la stessa cosa trovarsi di fronte a un manichino oppure a una persona in difficoltà in balia delle onde.

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