Chioggia, Punta Canna è la spiaggia dei nostalgici del fascismo

Il proprietario dello stabilimento balneare Punta Canna di Chioggia si chiama Gianni Scarpa. È lui il primo dei nostalgici in Italia, è lui che ha fatto del suo lido una sorta di covo per gli ultimi irriducibili fascisti. Ci sono poster e immagini di Benito Mussolini dappertutto, ci sono gli slogan di Ezra Pound, ci sono cartelli con il regolamento dello stabilimento che ricordano le leggi marziali. È il quotidiano La Repubblica a scoprire questo angolo d’Italia, tristemente vero.

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LA SPIAGGIA PUNTA CANNA DI CHIOGGIA

«Regole: ordine, pulizia, disciplina, severità»; «difendere la proprietà sparando a vista ad altezza d’uomo, se non ti piace me ne frego!»; «servizio solo per i clienti… altrimenti manganello sui denti». Le scritte che circondano la spiaggia hanno ben poco di ospitale. Ma lo stabilimento balneare Punta Canna è così, prendere o lasciare.

Del resto, chi viene qui lo fa per uno scopo ben preciso. I clienti si tuffano (è proprio il caso di dirlo) nel passato. Poco importa se c’è del sadismo nel cartello che sta di fronte al nebulizzatore («vietato entrare: camera a gas»), poco importa se i proclami via altoparlante del proprietario scandiscono le giornate dei vacanzieri: qui, lo stabilimento è sempre pieno. Altro che le baruffe chiozzotte di goldoniana memoria.

GIANNI SCARPA, IL TITOLARE DELLO STABILIMENTO DI CHIOGGIA

Scarpa, del resto, ha le idee molto chiare: «La democrazia mi fa schifo – dice -. Il Papa vuole costruire ponti e non muri? Benissimo, gliene costruiamo uno noi e lo rimandiamo indietro da dove è venuto. Io lotto contro la sporcizia del mondo, tossici da sterminare, che sono il 50% della popolazione e che qui dentro, per fortuna, non entra».

La deriva populista, quella dei nostalgici, quella dei fasci littori alle elezioni amministrative, insomma, sembra aver trovato un altro simbolo. Forse ancora più inquietante perché si normalizza nel caldo afoso di una gita al mare di inizio luglio.

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