I protestanti contro il TG1: «Noi paragonati all’Isis»

Un servizio del TG1, risalente al 22 giugno, sulla distruzione del minareto di Mosul e sulla furia iconoclasta dell’Isis ha fatto arrabbiare i protestanti. E la Federazione delle chiese evangeliche italiane (FCEI) ha inviato una lettera al nuovo direttore della testata Andrea Montanari. Il motivo? Nel servizio è stata trasmessa un’intervista all’archeologo Andrea Carandini, presidente del Fondo Ambientale Italiano, che ha affermato: «Può sembrare assurdo che dei terroristi islamici distruggano una moschea, ma noi dobbiamo ricordare che tra Cinque e Seicento in Europa i protestanti distruggevano le chiese cattoliche. La stessa cosa».

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PROTESTANTI CONTRO TG1: I MOTIVI

Come copertura, erano state mandate in onda delle immagini di terroristi intenti a distruggere il patrimonio artistico del Medio Oriente con mazze, martelli pneumatici e materiale esplosivo. L’accostamento con i protestanti non è piaciuto a Luca Maria Negro, presidente della FCEI e autore della lettera al TG1: «Le parole di Carandini, così come sono state presentate nel servizio del Tg1 – ha scritto Negro -, non risultano soltanto storicamente semplicistiche ed offensive, nell’esplicita affermazione ‘Protestantesimo uguale Isis’, ma, se associate alle immagini dal servizio stesso, altamente diffamanti nei confronti di 700 milioni di credenti protestanti di tutto il mondo».

PROTESTANTI CONTRO TG1: LA RICHIESTA

Nel resto della lettera, Negro riconosce come verità storica quanto affermato da Carandini, ma non accetta l’accostamento tra la religione protestante e l’Isis che è stato proposto allo spettatore del TG1. Inoltre, ha ricordato che i cattolici, nel corso del tempo, si sono resi protagonisti di atti non meno censurabili, come la messa al rogo degli eretici e le crociate contro le minoranze religiose.

Il servizio del TG1, tra l’altro, arriva nel cinquecentesimo anniversario della Riforma protestante: «Per noi è un momento fondamentale. Speriamo, in futuro, in una maggiore attenzione e professionalità da parte della testata».

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