Quei bimbi in vendita per 20mila euro

Una vera e propria organizzazione. Che a Caserta portava le ragazze dell’Est a partorire figli che poi venivano dati a coppie che ne avevano fatto richiesta per la modica cifra di 20mila euro ciascuno. La tratta partiva dalla Bulgaria e il prezzo era “tutto compreso”. Della storia parla La Stampa in un articolo a firma di Antonio Salvati:

 

Alla fine il novello «papà» dichiarava all’anagrafe che il nascituro era effettivamente figlio suo, concepito durante una scappatella, subito perdonata dalla moglie, con una donna bulgara. Tre le persone arrestate: marito e moglie di nazionalità bulgara e un casertano. Due le coppie denunciate che avevano «acquistato » un bambino a testa. Le indagini sono partite nel 2009, quando i carabinieri hanno iniziato a spulciare una lista di una ventina di bambini nati, tutti in Campania, da un padre italiano e una madre bulgara. Da un primo esame dell’elenco, i militari hanno notato subito che in due casi era stato fornito, nella casella riservata ai recapiti dei familiari, lo stesso numero di cellulare.

Era quello di Antonio Maione, 56 anni, ritenuto dagli inquirenti il «procacciatore» di coppie sterili pronte a tutte per avere un figlio:

Sua la voce impressa sul nastro degli investigatori durante una telefonata fatta per avvertire un novello «papà»: «Vieni, è nato. Auguri papà». Una strana storia la sua, fatta di tredici figli avuti da cinque compagne diverse. A chi gli chiedeva il perché di tanta prole, avrebbe risposto candidamente di essere figlio unico e di avere bisogno di compagnia. I casi passati al vaglio degli investigatori sono otto, ma solo in due è stata ricostruita per intero la «filiera» che portava poi il bambino tra le braccia degli acquirenti italiani. Stefan e Anna, la coppia bulgara, avevano il compito di individuare nel loro paese d’origine le donne incinte disposte a cedere il nascituro in cambio di denaro.

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Le ragazze scelte, all’ottavo mese di gravidanza, venivano fatte venire in Campania per partorire in una clinica del Casertano:

Entravano in Italia attraverso la Grecia, per poi ripartire una volta perfezionata la cessione. Una ricerca facile quella della coppia bulgara, tanto che in più di un’occasione proprio Anna, intercettata al telefono, se la prende con Maione, reo, secondo lei, di lavorare poco. «Io le coppie le ho trovate – la difesa dell’italiano – il problema è che non hanno i soldi». In un solo caso è documentato il versamento della somma pattuita (ventimila euro), anche perché la coppia che aveva «acquistato » il neonato aveva chiesto la somma in prestito ad una finanziaria. Probabilmente i membri dell’organizzazione avevano capito che i carabinieri erano sulle loro tracce, perché nell’altro caso accertato di compravendita, la madre naturale del bambino era stata spedita a partorire all’ospedale di Giugliano, nel Napoletano.

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