Il giudice che dà ragione a un pasticciere cattolico che si è rifiutato di fare una torta per un matrimonio gay

04/06/2018 di Redazione

I giudici della Corte Suprema hanno dato ragione al cake designer Jake Phillips, che si era rifiutato di preparare una torta commissionatagli per un matrimonio gay. La giuria si è espressa con un verdetto votato da 7 a favore contro 2 contrari e ha preso in esame delle tematiche di natura etica. Secondo la Corte, infatti, la questione è stata dettata da convinzioni religiose. Il pasticciere in questione è un fervente cattolico e considera la sua attività come una vera e propria forma d’arte che, pertanto, non può essere «costretta» da commissioni di clienti che non condivide.

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Torta matrimonio gay rifiutata, la decisione della Corte Suprema

Dunque, il verdetto si restringe esclusivamente a questo caso che si è verificato in Colorado, non applicandosi – secondo la Corte – a episodi simili che pure hanno avuto luogo in altri punti del Paese. In attesa di giudizio, sempre negli Stati Uniti, c’è una circostanza del tutto simile che vede coinvolto un fioraio che si è rifiutato di fornire i suoi addobbi per un matrimonio omosessuale.

Torta matrimonio gay rifiutata, la vicenda giudiziaria

Ma l’episodio che ha avuto come protagonista Jake Phillips ha delle caratteristiche decisamente uniche. Nel 2012, David Mullins e Charlie Craig si recarono nel suo laboratorio per chiedergli una torta per il loro matrimonio. La risposta fu negativa: «Non voglio – disse Phillips – essere costretto a creare un’opera d’arte arte o prodotti per un evento che va contro la mia fede». La coppia, a quel punto, incredula per quanto ascoltato, presentò formale denuncia che ha avviato un iter molto lungo.

Torta matrimonio gay rifiutata, perché la Corte Suprema ha deciso così

In un primo momento, i tribunali del Colorado avevano stabilito che il pasticciere non poteva discriminare un suo cliente in base ai suoi orientamenti sessuali. Tanto più che la creatività di Phillips non è stata minimamente intaccata, dal momento che il rifiuto è stato opposto prima ancora di discutere dell’ipotetico design della coppia. Dopo le sentenze precedenti dei tribunali, il pasticciere aveva addirittura smesso di produrre dolci. Ora, però, la Corte Suprema gli ha dato ragione. Secondo i suoi giudici, le sentenze dei tribunali precedenti avevano peccato di «ostilità evidente e inammissibile» nei confronti della religione.

Photo: Philipp von Ditfurth/dpa

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