La lettera dello staff che riammette definitivamente gli esclusi dal Movimento 5 stelle

«In relazione all’espulsione contestata nel giudizio pendente ********** e sospesa con provvedimento cautelare del tribunale di Roma, cui è seguita la riammissione temporanea, ti comunico la riammissione definitiva al MoVimento 5 stelle».

riammessi ex m5s

La lettera è inviata dallo staff e l’ha ricevuta Roberto Motta, uno dei tre attivisti esclusi dal Movimento e dalle consultazioni online per la designazione del candidato sindaco di Roma.

Nell’aprile 2016 il Tribunale civile accolse il ricorso di Paolo Palleschi, Roberto Motta (che si era candidato per sindaco) e Antonio Caracciolo, esclusi dalle ‘comunarie’ di Roma. I tre sono stati riammessi temporaneamente. Questo perché il provvedimento di espulsione è stato dichiarato illegittimo dal giudice e quindi sospeso. Gli esclusi avevano deciso di prendere le vie legali contro la loro espulsione e la conseguente esclusione dalla corsa a sindaco di Roma. Ma la vicenda non è ancora conclusa.

GRILLO, I TRE ESPULSI E LA FASE CAUTELARE

Durante quel ricorso in tribunale fu dimostrato che la frase negativa attribuita a Motta per la sua espulsione, tra l’altro, risultava antecedente all’entrata in vigore del Regolamento utilizzato dalla controparte. Anche perché, nel corso del processo, l’associazione Movimento 5 stelle (quella costituita per le elezioni nazionali) era stata indicata dalla linea difensiva come unica associazione possibile, frutto dell’evoluzione dell’antecedente. Una tesi che non ha convinto il giudice, anche perché nell’accoglimento del ricorso degli esclusi in fase cautelare sono emerse due associazioni. La prima, fondata il 4 ottobre 2009, composta da più di 100 mila iscritti. La seconda, l’associazione Movimento 5 stelle, registrata a Genova il 14 dicembre 2012 dai tre soci fondatori e Gianroberto Casaleggio. Per questo motivo, dato che il Non Statuto si appoggiava alla prima associazione, è stato accolto il ricorso degli esclusi. Ed è anche per questo motivo che l’estate scorsa Grillo ha chiesto agli attivisti di votare la modifica del Regolamento del Movimento 5 stelle. Una corsa ai ripari che però non ha messo la parola fine alla diatriba tra Grillo e gli espulsi. Non solo perché Motta e Caracciolo potrebbero avanzare un risarcimento danni: ma anche perché a dicembre c’è la sentenza definitiva che dovrebbe chiudere tutti gli aspetti di questa vicenda. Inclusa la possibile richiesta di una valutazione della condotta processuale della controparte in base all’articolo 96 cpc, ovvero la lite temeraria, che potrebbe esser avvalorata proprio dal pasticcio fatto con le due associazioni durante la querelle civile.

Il giudice dovrà chiarire tutti questi aspetti. E’ stato più prudente, rinviando la decisione a dicembre prossimo circa la validità anche nell’ ottica dell’ordinanza di Napoli (dove altri ex 5 stelle hanno ricorso) che risulta depositata agli atti. Riammettendo di fatto gli esclusi dal Movimento potrebbero non esserci più le condizioni per tale battaglia legale? Ma chi ripaga gli esclusi per le chances perse? E per l’immagine danneggiata? «Accolgo ma non basta», ha spiegato Motta. E un’altra nube si addensa sull’orizzonte del leader genovese.  A gennaio tre iscritti al M5s (tra cui il docente Antonio Caracciolo), rappresentati dall’avvocato Lorenzo Borrè, hanno impugnato nuovo statuto e regolamento, chiedendone la nullità, davanti a un giudice dove Grillo sarà chiamato in qualità di rappresentante legale dell’associazione M5s.

 

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