Di Maio e il M5S vicino e lontano a Berlinguer, Almirante e Democrazia Cristiana

20/06/2017 di Andrea Mollica

Luigi Di Maio ha rivendicato la confusione ideologica come tratto costitutivo del Movimento 5 Stelle. Il vicepresidente della Camera dei Deputati, rispondendo alle critiche che provengono dal mondo progressista per il no del M5S allo ius soli, che segue la dura polemica contro le Ong accusate di favorire il traffico dei migranti. Di Maio ha rimarcato durante la sua intervista di ieri a Porta a Porta come all’interno del M5S convivano le più diverse ispirazioni ideologiche. Il leader pentastellato ha affermato come esistano i valori di destra e sinistra, e come tra i militanti del M5S ci sia chi è ispirato a Enrico Berlinguer, chi a Giorgio Almirante, e chi invece alla DC. Una rivendicazione della trasversalità, o della confusione, ideologica, che ha sempre caratterizzato il Movimento 5 Stelle, di destra su questioni come sicurezza e immigrazione, più spostato a sinistra sui temi del lavoro, dell’economia, del Welfare e dell’ambiente. Sui diritti civili, dopo essersi proposti come forza progressista con il sostegno ai matrimoni gay e alla legge contro l’omofobia nella prima parte della legislatura, ora prevale una linea più ambigua e centrista, attenta a ridurre i possibili conflitti con la Chiesa.

DI MAIO E IL M5S ISPIRATO A BERLINGUER, ALMIRANTE E DC

Le parole di Di Maio hanno suscitato molta ironia online, come era comprensibile, visto che sostanzialmente il vicepresidente della Camera ha detto come il movimento sia composto da persone di idee politiche sostanzialmente opposte. Almirante era un fascista, Berlinguer un comunista, e la loro compatibilità con il centrismo democristiano era prossima allo zero. Il M5S però rivendica una confusione ideologica che in teoria renderebbe impossibile adottare qualsiasi strategia politica. L’unico modo per risolvere tendenze tra di loro inconciliabili sono la radicale avversità al vecchio sistema politico, per unire militanti che partono da idee opposte o quasi, e regole che consentano di superare i conflitti, come le votazioni online e la democrazia diretta del blog di Beppe Grillo. Il caos ideologico rivendicato da Di Maio appare quindi come il prodromo di una linea sostanzialmente decisa da un leader, di destra e di sinistra a seconda delle opportunità, che è poi la realtà del M5S. Questa linea però può essere solo confusa, e basarsi più sulla contrapposizione che sulla progettualità, vista l’impossibilità o quasi di trovare una esperienza comune. La fusione tra destra e sinistra può esser tanto centrista quanto di estrema destra, e al momento il M5S non sembra nessuna di queste due opzioni.

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