Lunigiana, la banda dei carabinieri violenti: «Siamo come la mafia». Ma il sindaco li difende

Il procuratore di Massa, commentando la notizia dell’arresto di quattro carabinieri e il divieto di dimora per altrettanti colleghi, ha detto: «Nessuno deve considerarsi al di sopra delle leggi dello Stato». Mai definizione più adatta per i militari accusati di molteplici reati tra cui lesioni, abuso d’ufficio, falso in atti pubblici, violenza sessuale, sequestro di persona. In una intercettazione, si sono persino scambiati frasi che suonano incredibili: «Da questa caserma non deve uscire niente, dobbiamo essere come la mafia».

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LUNIGIANA CARABINIERI VIOLENTI: LE ACCUSE

Si ispirerebbero alla criminalità organizzata, dunque, coloro che, da questa criminalità, dovrebbero difenderci. I racconti del procuratore e dei suoi vice su quello che è successo nella caserma di Aulla, in provincia di Massa Carrara (ma le indagini riguardano anche militari delle caserme di Albiano Magra, Licciana Nardi e Pontremoli), fanno rabbrividire.

I carabinieri si sarebbero resi protagonisti di violenze sistematiche e metodiche, avrebbero addirittura utilizzato manici di scopa e mazze telescopiche per esplorazioni corporali, strumenti e pratiche che possono anche uccidere. Le violenze avvenivano puntualmente quando in caserma si presentavano gli stranieri: era a quel punto che, con maggiore frequenza, scattavano le umiliazioni, le percosse, i sequestri (una persona, ad esempio, è stata arbitrariamente trattenuta in una cella di sicurezza).

LUNIGIANA CARABINIERI VIOLENTI, LA DIFESA DEL SINDACO DI AULLA

Inizialmente le comunità della Lunigiana non credevano alla storia dei carabinieri violenti. A marzo, quando erano scattate le prime perquisizioni nell’ambito delle indagini, avevano organizzato addirittura una marcia di solidarietà, con tanto di sindaci e istituzioni locali. E oggi c’è ancora chi crede alla buona fede dei carabinieri, come il neo-eletto primo cittadino di Aulla, Roberto Valletti (centrosinistra).

«Conosco i carabinieri sotto accusa – ha detto Valletti – e mi sento di escludere che possano aver partecipato ai pestaggi. E non credo nemmeno che tutto ciò sia stato sistematico. Io credo nel lavoro della magistratura, ma io faccio il lavoro della difesa. Da cittadino, rimango perplesso».

 

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