L’Emilia Romagna e la convocazione con 14 vaccini prima del decreto Lorenzin

12/06/2017 di Redazione

«Vi invitiamo a presentarvi per le seguenti vaccinazioni». Ecco la lettera inviata dal Servizio sanitario regionale dell’Emilia Romagna a un genitore per invitare il proprio figlio, classe 2011, al ciclo vaccinale. Nel documento, inoltrato dalla Ausl locale, figura un lungo elenco (ben 14 vaccini). Risale a marzo, quando ancora i 12 vaccini indicati nel decreto Lorenzin non erano una realtà.

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Quattordici vaccini? Ebbene sì, è possibile vaccinare il proprio figlio  per tutte queste malattie. Ed è possibile farlo gratuitamente, specialmente se il piccolo rientra in una determinata fascia d’età. Peccato però che nella informativa non sia specificato in alcun modo quali siano le vaccinazioni obbligatorie e quali quelle facoltative. Un aspetto che rischia di scatenare non poca confusione.

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L’Emilia Romagna, è bene  ricordarlo, è la capostipite delle vaccinazioni obbligatorie per l’accesso agli asili nido nella Regione. La legge regionale, approvata con 27 voti favorevoli (Pd), 5 no (M5s) e 10 astenuti (Sel, Ln, Fdi, Fi) introduce come requisito d’accesso a quegli stessi servizi, pubblici e privati, “l’avere assolto gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente”, e quindi aver somministrato ai minori l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e l’antiepatite B. Perché è stata introdotta questa normativa? Perché la percentuale dei vaccinati che garantisce la migliore protezione a tutta la popolazione deve essere superiore al 95%, limite indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). In Emilia-Romagna questa copertura è stata del 93,4% nel 2015 ed è scesa al di sotto di quella richiesta nel 2014, quando arrivò al 94,5%. Come spiega la Regione stessa sul suo sito:

Nel 2010 era al 96,5%. L’anno scorso solo i territori di tre Ausl sono risultati al di sopra del 95%: Imola, la più alta, con il 95,8% (rispetto al 95,3% del 2014), Parma con il 95,6% (95% l’anno precedente) e Piacenza sempre con il 95,6% (95,7%). Al di sotto tutte le altre: Modena col 94,1% (dal 94,7% del 2015), Reggio Emilia col 93,7% (95,2%), Ferrara col 93,6% (96,1%) e Bologna col 93,5% (95,2%). Dati ancor più negativi per la Ausl unica della Romagna, che sempre nel 2015 ha fatto registrare una copertura pari al 92,3% rispetto al 91,1% dell’anno precedente. Prendendo le singole aree, si ha Rimini con l’87,5%, in leggera salita rispetto all’87,3% del 2014, poi Cesena con l’89,4% (92,5%), Forlì con il 93% (94,5%) e Ravenna con il 94,3% (95,2%) (in allegato l’andamento della copertura vaccinale nelle singole Ausl nei singoli anni a partire dal 2010).

I genitori hanno tempo fino a maggio-giugno 2017 per mettersi in regola. Per questo, nei primi mesi dell’anno, è stato un fioccare di convocazioni. Adesso, con il decreto Lorenzin, sono obbligatorie le vaccinazioni per i minori di età compresa tra zero e sedici anni (ovvero 16 anni e 364 giorni):

– anti-poliomielitica
– anti-difterica
– anti-tetanica
– anti-epatite B
– anti-pertosse
– anti-Haemophilus influenzae tipo b
– anti-meningococcica B
– anti-meningococcica C
– anti-morbillo
– anti-rosolia
– anti-parotite
– anti-varicella

La legge regionale ha scatenato non poche polemiche in Emilia Romagna, con continui ricorsi da parte di genitori e associazioni.

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