La dottoressa pro vax contro le radiazioni dei medici no vax

26/05/2017 di Redazione

Non tutti i medici pro vax gradiscono la decisione del loro ordine professionale di radiare i colleghi che hanno espresso posizioni scettiche riguardo le vaccinazioni. Lo dimostra la posizione di Melania Rizzoli, ex parlamentare, dottoressa pro vaccini, che considera le scelte degli ultimi mesi una punizione eccessiva per un reato di opinione e un’inutile «caccia alle streghe». In un lungo articolo pubblicato oggi sul quotidiano Libero Melania Rizzoli, medico internista, nel 2008 eletta alla Camera per il Pdl, spiega: «Quando comincia la caccia alle streghe io sto con le streghe. E quando sul rogo vengono arsi vivi i camici bianchi, io difendo la categoria di cui faccio parte».

 

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MELANIA RIZZOLI, DOTTORESSA PRO VAX CONTRO LE RADIAZIONI DEI MEDICI NO VAX

Il riferimento è alla radiazione di Roberto Gava, il primo ad essere rimosso dall’Albo per la sua posizione no vax, lo scorso marzo, dall’Ordine di Treviso, e a quella del medico Dario Miedico, cancellato da pochi giorni dall’Ordine di Milano. «Il duro segnale che arriva dalla Federazione nazionale dell’Ordine dei Medici – scrive la dottoressa – non mi trova d’accordo, perché ha il sapore della condanna della libertà delle idee, giuste o sbagliate, dei suoi professionisti che non si allineano e che non seguono le regole». Rizzoli ritiene grave che il sanitario radiato non potrà mai esercitare più la professione solo per prese di posizione e non per aver recato un danno fisico ad un paziente. E pone delle domande: «Fino a che punto un medico si può spingere ad esprimere le sue idee e le sue convinzioni, scientifiche o diverse che siano? E fino a dove egli può arrivare nel consigliare o sconsigliare un farmaco, senza il pericolo di non poter mai più esercitare la sua dottrina? E da quando la fuga dai vaccini di pochi camici bianchi desta più preoccupazione delle reazioni alla sacrosanta campagna a favore per una maggiore cultura vaccinale?».

«I vaccini vanno consigliati a tutti», dice la dottoressa, «ma smettiamola per favore con le radiazioni e con le liste di prescrizione». Sarebbe meglio, spiega ancora, una semplice sospensione, perché l’espulsione dall’Albo «segna una strada dalla quale sarà difficile tornare indietro». Come «se un genitore rifiuta di far vaccinare un suo figlio minore, perché non convinto o semplicemente ignorante, lo si può sanzionare, lo si deve richiamare, ma non lo si può radiare dalla professione di padre, togliendogli la patria potestà per indegnità, come è stato ipotizzato dal governo, perché finché riteniamo di far parte di un Paese con la Costituzione più bella del mondo, fondata sulla democrazia, noi vogliamo crederci».

(Foto: ANSA / CIRO FUSCO)

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