Vincenzo Iaquinta urla in aula durante il processo per detenzione di armi

L’ex attaccante della Juventus, Vincenzo Iaquinta, è imputato nel processo “Aemilia”. L’ex giocatore della Nazionale è accusato di detenzione abusiva di armi, mentre il padre, l’imprenditore edile Giuseppe, è accusato di associazione mafiosa per presunti legami con la ‘ndrangheta.

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Ed è proprio durante l’interrogazione del padre che Vincenzo Iaquinta ha perso le staffe. «Non vogliono capire», ha urlato il calciatore uscendo dall’aula salvo poi rientrare cinque minuti dopo. L’episodio è raccontato su Tuttosport:

Nella seconda parte dell’udienza Iaquinta è stato anche esaminato come testimone in merito alla foto scattata dalla consulente fiscale bolognese Roberta Tattini, già condannata in primo grado a 8 anni e 8 mesi con rito abbreviato, un’immagine che lo ritrae insieme alla donna in un bar di Reggiolo. «Per me è un fotomontaggio una foto falsa. Le ciabatte che indossavo le avevo comprate anni dopo. Io non ho mai conosciuto la Tattini. Guadagnavo tanto, che bisogno avevo della ‘ndrangheta?».

Durante l’udienza Iaquinta ha spiegato la detenzione di una pistola. «Mi piaceva andare al poligono di Reggio. Non ho mai girato armato. L’ho fatto perché sono onesto. Mi prendo purtroppo la responsabilità per non aver trascritto lo spostamento».

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