In Senato la legge sulle demolizioni. Falanga: «Provvedimento di buon senso», i Verdi: «È inaccettabile»

Un provvedimento che, in Parlamento, mette d’accordo tutti, ma che è ritenuto inaccettabile da ambientalisti, urbanisti ed ex magistrati. Sotto la lente d’ingrandimento finisce il ddl Falanga sulle demolizioni delle costruzioni abusive, che ha terminato il suo iter in commissione e mercoledì verrà votato in Senato. Si tratta di un disegno di legge che individua una sorta di linea di priorità negli edifici abusivi da abbattere: in primo luogo, quelli non portati a compimento, poi quelli scarsamente utilizzati e, infine, quelli abitati.

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LE VOCI CONTRARIE AL DDL FALANGA: LE PROTESTE DI ANGELO BONELLI

«Il provvedimento è indecente e ha una natura criminogena (nel senso etimologico della parola) perché può portare a nuovi abusi edilizi – sostiene il presidente e coordinatore della Federazione dei Verdi Angelo Bonelli -. Questa legge, che tra l’altro non ha limiti temporali, permette al cittadino X di costruire una casa abusiva, di mettercisi dentro e di rimandare l’abbattimento all’infinito. Infatti, lo Stato assegna alle procure 10 milioni di euro all’anno per questo scopo e questa copertura garantisce solo 130-140 abbattimenti nell’arco di 365 giorni. Una cifra bassissima rispetto agli immobili abusivi in Italia: non riusciremo a risolvere il problema nemmeno in tre secoli».

Bonelli, insieme a urbanisti come Paolo Berdini (ex assessore alle Infrastrutture del comune di Roma, nella giunta di Virginia Raggi) e Vezio De Lucia, a ex magistrati ambientalisti come Gianfranco Amendola e Domenico Lo Savio, al radicale Mario Staderini e a tanti altri avvocati e intellettuali si sta facendo portavoce di una battaglia serrata contro l’approvazione di una legge che, tra gli scranni parlamentari, trova invece un ampio e trasversale consenso, dal Movimento 5 Stelle, a Forza Italia, passando per il Partito Democratico.

DDL FALANGA, LA REPLICA DEL SENATORE

«C’è consenso ampio perché è una legge di buon senso – ribatte Ciro Falanga, senatore di Ala e primo firmatario del ddl -. Quello che non è chiaro a queste componenti è che il provvedimento riguarda esclusivamente l’esecuzione delle sentenze di abbattimento. In merito, noi stiamo cercando di creare un criterio non soltanto cronologico, ma che vuole commisurare l’esigenza dello Stato di eseguire una sentenza con l’interesse del cittadino. Ne sono talmente convinto che mi dimetterò se questa legge non dovesse passare».

Il ddl Falanga, insomma, andrebbe a tutelare i «piccoli» abusi edilizi, dando priorità all’abbattimento dei grandi ecomostri: «Va abbattuto prima un ecomostro che grava sul demanio pubblico – continua Falanga – o va abbattuto prima l’immobile abusivo di 100 metri quadrati di Gennaro Esposito? A me sorgono dubbi che chi critica questo provvedimento voglia difendere i poteri forti di questo Paese».

Critiche rispedite al mittente dallo stesso Bonelli: «È assolutamente falso. Questa legge crea un meccanismo talmente farraginoso che impedirà anche ai grandi abusi edilizi di essere abbattuti. Nessuno vuole mettere mano alla repressione effettiva dell’abusivismo nel nostro Paese, perché non si agisce all’origine del problema. Ci si nasconde dietro ai piccoli abusi edilizi (che del resto sono la maggior parte in Italia) per giustificare questo provvedimento, ma bisogna ricordare che ci sono tanti cittadini che, anche in condizioni disagiate, hanno costruito la loro casa rispettando la legge, oppure stanno in affitto o pagano un mutuo con grandi sacrifici».

LA MAGGIORANZA TRASVERSALE SUL DDL FALANGA

Bonelli, inoltre, punta il dito sulla strana maggioranza che ha dato il placet al ddl e che comprende il Partito Democratico (che pure dovrebbe avere al suo interno una forte componente ambientalista), Forza Italia e il Movimento 5 Stelle: «È una legge fatta per costruire il consenso – attacca Bonelli – specialmente in regioni come Campania e Sicilia, dove il problema è particolarmente sentito». A pesare ci sono le prossime scadenze elettorali, con le amministrative di primavera e le politiche del 2018: «Io non ho secondi fini – dice Falanga -. Se ce li hanno gli altri? Bisogna chiederlo a loro».

(FOTO: ANSA/GIORGIO ONORATI)

 

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