L’epic fail del deputato M5S sul complotto dei rifiuti di Renzi

12/05/2017 di Redazione

Massimo Enrico Baroni, deputato M5S eletto nella circoscrizione Lazio 1, è stato protagonista di una strampalata denuncia che l’ha portato a scusarsi a rimuovere un post dal suo profilo Facebook. Baroni aveva lanciato un allarme, segnalatogli da diverse persone, che Roma sarebbe stata ricoperta di rifiuti da sostenitori di Matteo Renzi per rendere ancora più efficace la mobilitazione per la pulizia della capitale lanciata dal segretario del Partito Democratico per domenica prossima. Baroni chiedeva a tutti i sostenitori del M5S di star attenti a questa mossa del PD, e di documentarla con foto e video per smascherare il complotto contro Raggi e l’amministrazione pentastellata di Roma. La macchinazione della monnezza aveva una base piuttosto fragile, come era evidente a tutti i commentatori del profilo Facebook di Massimo Enrico Baroni, che si sono scatenati nei commenti con una piuttosto ovvia derisione del complotto. La notizia denunciata dal deputato M5S non aveva alcun fondamento, ed è stato probabilmente fatto notare anche da colleghi portavoce dei 5 Stelle.

complotto Renzi

Dopo qualche ora, mentre sui social stava montando il caso del complotto della monnezza di Renzi lanciato dal M5S, Massimo Enrico Baroni ha rimosso il post incriminato, e ha chiesto scusa per aver diffuso una informazione sbagliata.

Mi sono arrivati avvisi che quella che ho pubblicato prima era una falsa notizia, quindi per correttezza ho preferito rimuoverla. scusatemi

Il complotto della spazzatura ordito dal PD è l’ultimo, e più ridicolo, episodio, in cui son scivolati esponenti del M5S in merito alla situazione dei rifiuti di Roma. Il caso è stato strumentalizzato in modo evidente da Renzi per rafforzare la sua rincorsa nei confronti del M5S, ma l’amministrazione Raggi sembra aver favorito lo scoppio della polemica negando, all’inizio, la situazione difficile della spazzatura a Roma. Il sindaco ha poi corretto la linea, mentre si è intensificata la polemica con la Regione amministrata dal presidente Zingaretti, il più importante esponente del PD laziale.

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