Migrante ucciso perché non voleva togliersi il cappellino, un fermo per omicidio

11/05/2017 di Redazione

Due presunti scafisti libici, arrivati a Catania il 6 maggio scorso con nave Phoenix, assieme a 394 migranti, sono stati fermati da Polizia di Stato e Guardia di finanza perché ritenuti appartenenti a un organizzazione di trafficanti di esseri umani. A uno dei due è contestato anche il concorso nell’assassinio di un 21enne migrante della Sierra Leone, ucciso con colpo di arma da fuoco perché si era rifiutato di togliersi il cappellino. Il cadavere era stato recuperato dalla nave Phoenix. L’indagato non è però l’esecutore del delitto.

 

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MIGRANTE UCCISO PERCHÉ NON VOLEVA TOGLIERSI IL CAPPELLO

I due presunti scafisti sono accusati di appartenere a un’organizzazione criminale libica. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il fermo è stato disposto dalla Procura distrettuale e segue le indagini della Squadra Mobile di Catania e del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza (con la collaborazione della Sezione operativa navale) sull’arrivo lo scorso 6 maggio della motonave Phoenix, dell’Ong Moas, con 394 migranti.

Con il migrante ucciso viaggiava anche il fratello maggiore. Sono stati alcuni testimoni a raccontare che il ragazzo è stato colpito perché rifiutava di togliersi il cappellino da baseball.

(Foto: un’operazione di soccorso della Marina Militare. Immagine da archivio Ansa)

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