L’allarme mondiale sulla resistenza agli antibiotici. Ma in Italia c’è ancora tanto da fare

Si tratta di un vero e proprio allarme sanitario mondiale, a livello di AIDS ed ebola. La resistenza agli antibiotici, secondo l’Oms, ha ormai toccato i livelli di emergenza, diventando un problema che, entro il 2050, potrebbe causare 10 milioni di morti nel mondo intero. Un dato che invita a prendere delle contromisure.

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La resistenza agli antibiotici è un problema di cui si continua a parlare a livello globale ma che, in Italia, rischia di essere seriamente preso sottogamba, nonostante la stima allarmante di 15 morti al giorno. Questo perché nascono batteri più resistenti agli antibiotici stessi, più difficili da affrontare.

IMPATTO ECONOMICO DELLA RESISTENZA ANTIBIOTICI

Un problema che è prima di tutto alimentare. Secondo AMP Capital, una delle più grandi società di investimento italiane, la causa scatenante sarebbe l’impiego di antibiotici negli allevamenti intensivi. In Italia il 70% del consumo nazionale di questi farmaci avviene proprio nelle stalle dove vengono allevati gli animali che finiscono quotidianamente sulle nostre tavole.

In più, AMP Capital avrebbe analizzato come l’impatto economico della resistenza agli antibiotici sia anche un problema dal punto di vista finanziario, con la diminuzione del PIL mondiale entro il 2050 per valori compresi tra il 2 e il 3,5%. Una molla che sta facendo scattare altri Paesi d’Europa: Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda e Norvegia hanno già preso delle misure autonome per limitare al massimo l’utilizzo di antibiotici all’interno degli allevamenti.

Inoltre, grandi multinazionali del cibo – anche le più insospettabili – si stanno battendo per l’impiego di carni trattate senza l’utilizzo di questi medicinali. Mc Donald’s e Subway, ad esempio, hanno rinunciato al pollo allevato con questi criteri, dando un forte impulso al mercato globale del food che in breve tempo potrebbe allinearsi a questa scelta.

In Italia, come è stato evidenziato negli scorsi giorni, la Coop ha lanciato l’iniziativa “Alleviamo la salute”, impegnandosi a ridurre (fino ad annullare) l’utilizzo di antibiotici negli allevamenti dei propri fornitori. Ma non basta l’iniziativa della singola azienda. Mentre dal ministero della Salute si attende ancora un piano articolato e obbligatorio sulla resistenza agli antibiotici, il Movimento 5 Stelle ha presentato diverse iniziative in materia.

LE MISURE CONTRO RESISTENZA ANTIBIOTICI

Tra queste, vale la pena sottolineare la mozione del deputato Matteo Mantero, già approvata alla Camera, in cui si sollecita il governo a mettere in campo misure contro la trasmissione di malattie negli allevamenti e incentivare forme sostenibili dal punto di vista del benessere animale. Non solo, anche il deputato Mirko Busto – da sempre molto impegnato in questo tipo di dibattiti – è il primo firmatario di una proposta di legge che vada a regolamentare un sistema di maggiore controllo all’interno degli allevamenti.

Misure che, però, devono essere inserite in un piano organico e che possa portare alla corretta informazione dei cittadini su queste tematiche. Per evitare che il proliferare di pratiche dannose per la salute si possa compiere nel più totale silenzio delle istituzioni competenti e degli organi di stampa.

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