La lettera del magistrato: «Legalizzare la marijuana»

05/05/2017 di Redazione

Henry John Woodcock, sostituto procuratore presso il tribunale di Napoli, è un magistrato che ha lavorato anche alle indagini sulle cosiddette ‘paranze dei bambini’, gruppo di giovanissimi criminali che hanno terrorizzato la città partenopea con azioni violente. In una lettera inviata al direttore di Repubblica, pubblicata oggi sul quotidiano, parla di droghe leggere indicando i vantaggi della loro eventuale legalizzazione.

 

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LEGALIZZAZIONE MARIJUANA, LETTERA DEL MAGISTRATO

Woodcock innanzitutto ricorda la scelta di legalizzare l’uso di droghe leggere per scopi ricreativi da parte di numerosi Stati americani e quella dell’Uruguay, che ha regolamentato la vendita della cannabis come strategia per combattere il narcotraffico. Come pure la decisione del premier canadese Justin Tredeau di farsi promotore di una legge per la legalizzazione. Poi il magistrato elenca alcuni dati significativi recentemente pubblicati dalla Dna (Direzione nazionale antimafia), relativi all’aumento di sequestri e alle dimensioni del mercato delle droghe leggere, paragonabile ormai a quello di sostanze lecite come alcol e tabacco. E conclude:

Ciò che è più importante, però è che la Dna afferma il «totale fallimento dell’azione repressiva » e suggerisce al legislatore la depenalizzazione, di cui descrive i vantaggi: deflazione dei carichi giudiziari, possibilità di dedicarsi al contrasto di fenomeni criminali più gravi e, non ultimo, sottrazione alle gang di un mercato altamente redditizio. Fra i vantaggi, non vengono contemplati gli introiti che lo Stato italiano ricaverebbe da una legalizzazione, e si tratterebbe di svariati miliardi di euro. Intanto in Colorado prosegue la corsa a quello che viene oramai definito “l’oro verde”, con l’apertura di centinaia di dispensari, che impiegano migliaia di dipendenti e pagano le tasse. Per non parlare dell’indotto, con avvocati specializzati nel “diritto della marijuana”, commercialisti, tecnici della coltivazione e della trasformazione… La scelta della depenalizzazione si fa dunque sempre più matura e si consolida nell’opinione pubblica. E riguarda molto Napoli, da alcuni additata come “la capitale dell’illegalità”. Sommessamente penso che debba affermarsi l’idea che il contrasto solo “militare” dei fenomeni criminali sia troppo costoso (in termini di risorse materiali, ma anche di sperpero di vite e destini individuali) e si sia dimostrato fallimentare, come dice oggi la Dna a proposito delle droghe leggere. Varrebbe la pena di cominciare a pensare a strategie di contrasto dell’illegalità che superino una impostazione meramente repressiva, e soprattutto bisognerebbe immaginare ad un progetto che in un futuro, speriamo non lontano, consenta di impiegare le “energie umane”, oggi impiegate nel mercato illegale della cannabis (e, di regola, sfruttate dalla criminalità organizzata), nell’auspicabile “mercato legalizzato” della stessa.

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(Foto: ANSA / CIRO FUSCO)

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