Amanda Knox risponde a Donald Trump arrabbiato con lei per non averlo votato

05/05/2017 di Andrea Mollica

Amanda Knox ha risposto a Donald Trump e ai suoi sostenitori, che sono arrabbiati con la giovane americana perché non ha votato il presidente Usa alle ultime elezioni. Amanda Knox è stata difesa da Trump durante il suo lungo processo in Italia, ma alle presidenziali del 2016 ha appoggiato Hillary Clinton pubblicamente, scrivendo anche su diverse testate i motivi per cui sosteneva la candidata democratica. In un editoriale scritto per il quotidiano LA Times l’americana condannata e poi assolta per l’omicidio di Meredith Kercher ha evidenziato come sia sbagliato chiedere lealtà a una persona fino a votarla nonostante proponga politiche opposte alle proprie convinzioni.

Il messaggio che ho ricevuto era chiaro: Trump mi ha difeso in passato, come osavo non difenderlo io ora? Non importava che il candidato repubblicano non condividesse i miei valori. Se non l’avessi voluto appoggiare pubblicare, avrei dovuto quantomeno tenere per me le mie strambe idee progressiste. Una convinzione che ritengono tanto pericolosa quanto non democratica. Le mie scelte politiche devono appoggiarsi sul merito, non sulla lealtà personale.

Amanda Know evidenzia come abbia osservato un attaccamento cieco come quello chiestole dai sostenitori di Trump nella sua prima condanna giudiziaria. Secondo l’americana la sentenza era stata motivata dal forte orientamento della corte in favore della pubblica accusa, che rappresentava il popolo e lo stato italiano, rispetto alla difesa, che invece rappresentava una straniera. Amanda Knox rimarca una contraddizione di Trump, che l’ha difesa anche in ragione di accuse false formulate su interrogatori forzati dagli inquirenti, sostenendo però l’esatto opposto nel caso della donna violentata al Central Park di New York mentre correva. Knox critica anche il boicottaggio chiesto da Trump nei confronti dell’Italia, che l’avevano messa in difficoltà nel suo processo.

C’è un tipo di lealtà che condivido totalmente: l’attaccamento ai nostri principi di un equo processo, uguaglianza di tutti davanti alla legge, libertà di espressione delle proprie convinzioni. Solo in una repubblica delle banane i leader fanno favori ai cittadini in cambio del loro silenzio e del loro voto. La Corte di Cassazione ha deciso contro l’opinione degli italiani quando mi ha assalto. Devo la mia libertà a queste persone che hanno reputato la ragione più importante della lealtà. Cosa debbo a Trump? Un grazie per un benintenzionato, anche se poco diplomatico, supporto. Ecco il mio grazie, signor presidente. Ma la domanda più importante è di cosa sono debitore verso il mio paese. Impegno civico, attente considerazioni sugli argomenti che riguardano i miei concittadini, e sostegno alle politiche che lo meritano, anche se ciò rende il presidente molto arrabbiato.

Foto copertina: Bruce R. Bennett/The Palm Beach Post via ZUMA Wire

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