Minacce degli ultrà della Roma, Totti e De Rossi omertosi per la Digos

Franceso Totti e Daniele De Rossi sarebbero stati reticenti nella loro dichiarazioni in merito alla violenta contestazione subita dalla Roma da parte degli ultrà dopo la partita contro la Fiorentina. Secondo la Digos e secondo il pubblico ministero che ha richiesto l’arresto per quattro tifosi giallorossi i due calciatori simbolo della squadra capitolina, così come il loro compagno argentino Iturbe, avrebbero sminuito la gravità delle minacce subite perché condizionati da un clima di violenza tradottosi in ripetuti tentativi di intimidazione. L’inchiesta, come racconta il quotidiano Il Tempo nell’edizione cartacea di oggi, riguarda il gruppo Padroni di Casa, che secondo la procura di Roma è stato responsabile di diverse contestazioni così violente da configurare reati. Tra di esse ci sarebbero anche le minacce rivolte ai giocatori dopo il match contro la squadra viola. Secondo alcune testimonianze alcuni ultrà avrebbero detto a Totti, De Rossi e Iturbe che sarebbero venuti a prenderli a case se la Roma fosse stata superata dalla Lazio. Una minaccia ritenuta credibile dagli inquirenti, anche se il giudice per le udienze preliminari ha respinto la richiesta d’arresto.

Il giudice, in aula, dovrà rispondere anche a due domande: i giocatori della Roma sono stati minacciati? E ancora: hanno risposto con reticenza perché intimoriti? La partita processuale si giocherà anche su questi quesiti. Secondo il pm e la Digos esisterebbe un «condizionamento psicologico dei calciatori in esito a questi ripetuti tentativi di intimidazione». Invece, secondo la difesa e il gip (che non ha concesso la richiesta di arresto), le «dichiarazioni rilasciate dai calciatori Totti, De Rossi, e De Sanctis appaiono assolutamente credibili e, nel confermare in modo univoco la dinamica dei fatti sopra ricostruita, escludono di essere oggetto di minacce e intimidazioni». Secondo il giudice infatti «dalla visione delle immagini e dalle dichiarazioni dei calciatori di cui sopra – si legge negli atti – non vi è evidenza che le condotte perpetrate abbiano costretto i calciatori medesimi a portarsi sotto la curva sud, a togliersi la maglia o a subire alcuna forma di pressione tale da coartare la loro libertà di autodeterminarsi».

Secondo la Digos solo Morgan De Santis ha rilasciato dichiarazioni esaustive sui fatti avvenuti. Foto copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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