La prima mossa di Matteo Renzi dopo le primarie

01/05/2017 di Redazione

Cosa farà Matteo Renzi dopo la vittoria delle primarie Pd con oltre il 70% dei consensi? È la domanda ricorrente a poche ore dalla chiusura dei seggi in tutta Italia, quando ancora non si conoscono i risultati definitivi del voto. Secondo quanto scrive Goffredo De Marchis su Repubblica nei piani dell’ex premier ci sarebbe innanzitutto la definizione di un piano per le alleanze, da costruire con la consapevolezza che il Partito Democratico (a differenza di tre anni e mezzo fa, quando Renzi vinse primarie con una partecipazione di quasi 3 milioni di persone) ha un peso minore.

 

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MATTEO RENZI E IL NODO ALLEANZE DOPO LA VITTORIA ALLE PRIMARIE

«So che il Pd non può fare da solo», è il pensiero del vincitore. Che sembra aver accantonato l’idea del voto anticipato in autunno e intenzionato a cercare «intese con le persone, non con i partiti»:

«Il Pd è vivo, siamo ancora noi gli anti Grillo», dice agli altri dirigenti nelle stanze del Nazareno dove si celebra la vittoria. Sa che non basta. Il voto anticipato in autunno è un’opzione ma intorno al leader si moltiplicano le “colombe”. E non si parla, in questo caso, dei soliti Dario Franceschini o Piero Fassino. Nella categoria rientrano alcuni renziani della prima ora o fedelissimi. C’è Luca Lotti, per esempio. E Matteo Orfini, Lorenzo Guerini, lo stesso Martina. Lo stesso Renzi, nei colloqui con i membri del gruppo ristretto, ammette che è quasi impossibile «replicare lo schema di tre anni fa» quando appena eletto segretario con tre milioni di partecipanti alle primarie, con quella forza d’urto, il Pd provocò la caduta di un governo guidato da un suo esponente: Enrico Letta. Per molti motivi il bis appare complicatissimo.

Per quanto riguarda le modifiche alla legge elettorale (a Camera e Senato sono in vigore rispettivamente Italicum e Porcellum modificati dalla Corte Costituzionale) Renzi sarebbe favorevole a non ritoccare le norme. Ma cambiamenti, considerando anche le indicazioni del presidente della Repubblica, andranno necessariamente fatti. Almeno l’armonizzazione delle soglie di sbarramento. È probabile che i Dem si occuperanno della vicenda già da questa settimana. Scrive ancora De Marchis su Repubblica

Il Pd parlerà con i 5stelle, lo farà anche con Forza Italia. Sapendo tuttavia che Berlusconi non vuole andare a votare prima del 2018 e quindi non si fiderà a modificare qualcosa prima dell’ultimo momento. «E Grillo idem. Ha paura delle urne. Gli unici che non hanno paura siamo noi, lo abbiamo dimostrato anche oggi», dice Renzi.

(Foto: ANSA / GIUSEPPE LAMI)

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