Ong e migranti, il pm di Catania: «Non ho prove, solo informazioni non utilizzabili in un processo»

28/04/2017 di Redazione

Dopo le polemiche delle ultime ore il magistrato di Catania che conduce la delicata indagine sull’operato delle ong nel Mediterraneo (secondo il pm quelle organizzazioni potrebbero avere contatti diretti con criminali libici trafficanti di uomini) ha deciso di chiarire ancora una volta la sua posizione.

 

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ONG E MIGRANTI, IL PROCURATORE DI CATANIA: «NON HO PROVE GIUDIZIARIE»

In un’intervista rilasciata ad Alessandra Ziniti per Repubblica il procuratore Carmelo Zuccaro spiega di non avere prove giudiziarie su comportamenti non trasparenti delle ong da poter portare a processo, ma di essere in possesso di informazioni su conversazioni dirette in lingua araba tra rappresentanti delle organizzazioni e soggetti sulla terraferma in Libia:

«Spero di chiarire una volta per tutte. Quando io parlo di prove intendo prove giudiziarie, da poter portare in un dibattimento. Queste prove non le ho ma la certezza, che mi viene da fonti di conoscenza reale ma non utilizzabile processualmente, che alcune delle navi operano all’interno delle acque territoriali, che vi siano state delle conversazioni dirette, in lingua araba, tra soggetti che stanno sulla terraferma in Libia ed esponenti delle Ong che dichiarano di essere lì pronti a recuperare i migranti, che le navi spengono i trasponder perché non venga individuata la loro posizione, che prendano a bordo migliaia di persone ben prima che si verifichi una situazione di pericolo. E dunque fuori dalle norme di legge».

Il procuratore ha chiarito anche sull’ipotesi di ong finanziate dai trafficanti, che addirittura avrebbero come scopo quello di destabilizzare l’economia italiana. Anche in questo caso non ci sarebbero le prove giudiziarie e si tratterebbe solo di un’ipotesi di lavoro:

«È un’ipotesi di lavoro. Dimmi chi ti finanzia e ti dirò chi sei. Dai bilanci delle Ong che abbiamo acquisito è evidente che abbiano una disponibilità finanziaria enorme. Ora, se è giustificato che organizzazioni di comprovata solidità come Msf o Save the children possano contare su questa disponibilità, lo è molto di meno per altre. Stiamo lavorando per sapere chi sono questi finanziatori, se oltre quelli dichiarati ce ne sono altri e da dove provengono questi soldi. Che un’organizzazione come Moas possa spendere 400mila euro al mese è un dato che merita un approfondimento».

(Foto: un’operazione di soccorso nel Mediterraneo. Credit: ANSA / Guardia Costiera)

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