La storia delle due operaie licenziate perché parlano male del capo su WhatsApp

14/04/2017 di Redazione

Parlate male del vostro capo su WhatsApp? Rischiate il licenziamento. Due ventinovenni assunte a tempo indeterminato in una azienda nei dintorni di Parma hanno perso il lavoro per questo motivo. Le due si sono sfogate su una chat privata e una loro collega li ha girati all’impresa.

A gennaio le due hanno ricevuto una contestazione disciplinare e in seguito il licenziamento.

Riporta Repubblica Parma:

“In quel periodo in azienda c’erano stati alcuni dissidi con il titolare e le ragazze hanno espresso sulla chat di gruppo opinioni su quello che percepivano come un clima vessatorio – spiega l’avvocato Caravà – nei confronti del datore di lavoro emergevano commenti poco lusinghieri, ma non termini letteralmente offensivi. Per essere chiari, non ci sono insulti, ingiurie o parolacce di nessun genere. Più che altro frasi goliardiche del tipo ‘come farebbe senza di noi’ dopo il licenziamento di un’altra giovane, oppure espressioni di malessere come ‘non ci vengo più’. Il tenore non era lusinghiero, ma non era diffamatorio”

Le due ragazze, dopo aver ricevuto il ben servito, si sono rivolte al sindacato Fai Cisl e impugnato il licenziamento. Finora si rischia una denuncia se si denigra pubblicamente il proprio titolare sui social o su un muro o quotidiano. Ma una chat privata può scatenare tutto questo? Di fatto la chat WhatsApp è equiparabile a una corrispondenza privata. Ora il tribunale dovrà capire se c’è dolo e offesa. Qualunque decisione prenderà farà senz’altro scuola.

(in copertina Arno Burgi/dpa-Zentralbild/dpa)

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