La tensione Mosca-Kiev si sposta sulla musica: Russia non trasmetterà l’Eurovision festival

Tensione totale tra Mosca e Kiev. Non soltanto la guerra che dal 2014 sta andando avanti sul confine orientale dei due Paesi e che si è riaccesa nel febbraio 2017 con una nuova escalation di scontri nel Donbas tra l’esercito ucraino e i separatisti filo-russi; ora, in mezzo, c’è anche la musica. L’Eurovision Song Contest 2017, la manifestazione di livello europeo che raccoglie i principali artisti del Vecchio Continente (solitamente, dall’Italia partecipa il vincitore del Festival di Sanremo), quest’anno verrà ospitata dall’Ucraina che ha deciso di non invitare la rappresentante russa.

LEGGI ANCHE: «Eurovision, l’Ucraina vieta l’ingresso della cantante disabile russa Yulia Samoylova» 

Un vero e proprio smacco per Mosca, che non avrà alcun partecipante alla manifestazione non sportiva più seguita in tutto il mondo. Visibilità internazionale e geopolitica scorrono anche sul pentagramma, insomma. Come ritorsione rispetto a questa decisione, la Russia non trasmetterà l’evento in tv. Si tratta, quindi, dell’ultimo atto di una vera e propria sfida iniziata già lo scorso anno. L’edizione del 2016, infatti, era stata vinta proprio da una cantante ucraina (e in virtù di questo fatto, il Paese ha ottenuto il diritto di organizzare l’evento del 2017), Jamala, con un brano sulle deportazioni dei Tartari della Crimea da parte di Stalin durante la Seconda Guerra Mondiale.

I PRECEDENTI TRA RUSSIA E UCRAINA ALL’EUROVISION CONTEST

 

La canzone creò già qualche imbarazzo a Mosca, ma il vero e proprio «casus belli» è stato il divieto di partecipazione imposto dall’organizzazione ucraina alla cantante russa Julia Samoylova, (che si muove su una sedia a rotelle a causa di una grave atrofia muscolare) rea di aver fatto un concerto in Crimea, la penisola che prima del 2014 faceva parte del territorio controllato da Kiev e che, successivamente, è stata annessa alla Russia.  Una legge ucraina vieta l’accesso nello Stato a chiunque sia entrato in Crimea senza autorizzazioni.

L’EBU, l’unione europea di radiotrasmissione che produce l’Eurovision Contest, ha condannato la decisione dall’Ucraina, affermando che il festival europeo della musica “dovrebbe sempre essere aperto ai 43 Paesi e, in passato, è stato fatto tutto il possibile per permettere questa cosa”. La competizione verrà disputata tra il 9 e il 13 maggio prossimi e avrà come slogan “Celebra la diversità”. Uno slogan che, dopo questa vicenda, suona un po’ fuori luogo.

(credits foto via Fb Eurovision Song Contest)

Share this article