Tutto il DEF che ci interessa: come inciderà sulle nostre tasche e sulla nostra vita quotidiana

Ieri è stato presentato dalla squadra di governo al completo il cosiddetto DEF, ovvero il documento di economia e finanza del 2017. Si tratta della linea che l’esecutivo intende dare al parlamento in merito alla propria politica economica: infatti, in questo documento, il governo delinea gli obiettivi che si intende perseguire nei prossimi anni e gli elementi di guida che serviranno a tracciare il bilancio.

Non una legge, ma una sorta di manifesto programmatico che deve essere presentato entro il 10 aprile di ogni anno. E quest’anno il DEF italiano presenta una serie di novità che potranno interessarci da vicino. Prima fra tutte l’inserimento nel piano triennale degli indicatori di benessere. Si tratta di una cosa che non si era mai visto prima in nessun progetto economico dei Paesi europei e del G7. L’Italia sarà guida in questo senso.

LA NOVITA’ DEGLI INDICATORI DI BENESSERE NEL DEF

Perché si tratta di un elemento importante? Innanzitutto perché la ripresa economica (che il governo stima al +1,1% a fine 2017) non è soltanto un fatto quantitativo, ma anche qualitativo. Gli italiani, insomma, devono percepirla e toccarla con mano. A questo servono i cosiddetti BES – ovvero gli indicatori del benessere equo e sostenibile -: si tratta di aree tematiche su cui il governo dovrà imporsi degli obiettivi. Per il momento, le aree sono costituite da reddito medio disponibile, l’indice di diseguaglianza tra le classi sociali, il tasso di mancata partecipazione al lavoro e le emissioni di CO2 o di gas inquinanti. In soldoni, significa che il PIL, da questo momento in poi, non sarà costituito solo da un dato complessivo, ma da una somma di dati. La crescita, talvolta, può colpire soltanto determinati settori della società, i ricchi – ad esempio – possono trarne maggiore vantaggio rispetto ai poveri, le industrie che utilizzano agenti inquinanti possono beneficiare di una crescita del prodotto interno lordo rispetto alle aziende green. Con l’inserimento dei BES il governo intende fissare delle soglie che la sua politica economica deve perseguire nell’ambito del triennio. Uno strumento che, se usato bene, può davvero “distribuire” equamente la crescita dell’economia.

COS’E’ IL REDDITO D’INCLUSIONE PREVISTO DAL DEF?

Non si tratta dell’unica novità. Il DEF contiene anche il REI, ovvero il reddito di inclusione attiva, una misura volta ad aiutare i quasi 4 milioni e 600mila poveri presenti nel nostro Paese. I fondi stanziati quest’anno – che il governo deve rendere attivi dopo che il Parlamento ha approvato una delega in questa direzione – toccano i 2 miliardi di euro. Secondo le prime analisi dovrebbero essere impiegati in questo modo: 480 euro mensili per le famiglie sotto la soglia di povertà (verranno coperti così i primi 400mila nuclei familiari, un terzo del totale dei poveri stimati dall’Istat) e incentivi per l’ingresso di questi soggetti nel mondo del lavoro. Se potenziata, nei prossimi anni questa misura potrebbe migliorare la situazione degli inattivi e degli indigenti.

Ma il DEF risolve definitivamente anche altre situazioni complicate, che hanno tenuto banco negli ultimi mesi. Vi ricordate la Ryder Cup 2022? Si tratta della più importante manifestazione di golf a livello internazionale e Roma si è aggiudicata l’organizzazione dell’evento. Che dovrebbe portare ricavi per 170 milioni di euro, senza contare l’indotto e la visibilità della città a livello mondiale. La mancanza di fondi rischiava di far saltare tutto: oggi, con l’inserimento nel DEF di questa voce – e con l’ausilio anche di investimenti privati – l’evento è salvo e la Ryder Cup 2022 si farà. Viene inoltre ufficializzato il fondo di emergenza per la ricostruzione delle zone del Centro Italia colpite dal terremoto e la proroga dell’esenzione fiscale per le imprese che risiedono sul territorio. Infine, il governo si impegna a sviluppare e a potenziare le linee del trasporto ferroviario regionale e, in generale, del trasporto pubblico locale, oltre all’erogazione di fondi per le Province che, in questo modo, potranno essere maggiormente operative nella gestione delle opere di manutenzione delle strade e delle scuole.

(FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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