Pasqua, l’agnello non va più di moda: 30% in meno sulle prenotazioni

Probabilmente non sarà stato l’effetto-Silvio Berlusconi, immortalato nel suo giardino di Arcore con cinque agnelli salvati dal macello, ma le prenotazioni della carne tipica dei banchetti pasquali stanno calando vertiginosamente. Secondo i dati di Fida-Confcommercio (la federazione nazionale dettaglianti alimentari), si starebbe registrando una diminuzione che oscilla tra il 20 e il 30% sulle richieste di agnello, abbacchio e capretto per questa Pasqua 2017

ANCORA POLEMICHE SU SILVIO BERLUSCONI

Un dato che preoccupa non poco gli addetti ai lavori, che – nei giorni scorsi – hanno individuato proprio in Berlusconi e nel suo spot animalista un bersaglio per le loro critiche. Assocarni, l’associazione nazionale industria e commercio carni e bestiame, ha sottolineato ad esempio la posizione ambigua dell’ex cavaliere che, mentre “incassa milioni di euro per promuovere brand alimentari di origine animale”, interviene in prima persona per supportare la campagna animalista di Michela Brambilla, parlamentare di Forza Italia. 

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Una Pasqua attesa dunque a una svolta vegana? Probabilmente, il cambiamento nelle abitudini alimentari degli italiani incide non poco sulle scelte da fare per il pranzo pasquale. Il resto è senz’altro frutto della crisi economica, che inevitabilmente colpisce il mercato di una delle carni più costose.

Fatto sta che, intorno al commercio degli agnelli, si è scatenata una vera e propria battaglia ideologica. La Lega Nord, in base a quanto dichiarato da Claudio Borghi Aquilini, responsabile economico del Carroccio, sostiene che sia “inaudito utilizzare il termine strage per indicare il processo di lavorazione di un alimento che rientra da sempre nella tradizione gastronomica italiana”.

RACCOLTA FIRME CONTRO L’AGNELLO DI PASQUA

Dall’altro lato, associazioni come l’Enpa – l’ente nazionale per la protezione animale – organizzano petizioni per fermare quella che viene definita la “mattanza” degli agnelli: “La Pasqua è la festa dello spirito e non della carne – fanno sapere dall’ente – e noi chiediamo di mettere fine a questo bagno di sangue: si tratta di cuccioli tra i 30 e i 40 giorni di vita, strappati prematuramente alle loro madri”. Sul sito di petizioni online Firmiamo.it, la campagna ha già raccolto 33mila adesioni.

(FOTO: Angelika Warmuth/dpa)

 

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