Gli schiavi del porno

 

Se gli insuccessi e le frustrazioni della vita sono causa o conseguenza della dipendenza dalla masturbazione e dai siti pornografici è difficile stabilirlo. Lettura di un forum di pornodipendenti che si presentano senza peli sulla lingua.

 

L’è dura la vita. “Il cammino verso la guarigione dalla nostra malattia è lungo, monotono, non esaltante, fatto di nostre piccole scelte e piccole, continue resistenze alla pigrizia“. Uscire dal tunnel non è facile, la luce in fondo alla galleria riappare per un attimo per poi svanire l’attimo immediatamente successivo. La piacevole sensazione di avercela finalmente fatta si alterna al dramma dell’ennesima ricaduta: “E ti dici che quella è l’ultima volta, che da domani cambierà. E domani ricominci, nello stesso modo“. Ti senti depresso dal basso del burrone che non riesci a risalire. Ogni aspetto della tua vita si trova laggiù con te: “Modifica in modo negativo tutti gli aspetti della vita di un individuo: rapporti di lavoro, capacità di applicazione al proprio lavoro o allo studio, rapporti di amicizia e di amore, progressiva sfiducia in se stessi“. E anche se si supera il problema, l’aver scavalcato ostacoli che prima sembravano insormontabili lascia il segno ed è difficile tirarsi definitivamente su: “L’organizzazione della mia vita post-dipendenza non è ancora ben messa a punto, per cui ci sono delle disfunzioni temporali nella mia giornata. Per cui ancora non riesco ad utilizzarla in modo completamente razionale“. “Ce la metterò tutta per non ricaderci“, afferma qualcuno. “Dipendenza“, “malattia“, “vizio“, qualche altro parla di “schiavitù“. Ma di quale piaga del ventunesimo secolo stiamo parlando? La dipendenza dalla droga? No. Dall’alcol allora? Nemmeno. Ah, ho capito, dal gioco d’azzardo? Nemmeno quello. Maledettissime sigarette! No, non si tratta nemmeno di quelle. E di che? E’ il tunnel della pornografia e della masturbazione eccessiva.

 

PIPPE A 20 MEGA – Daniele, ultra-trentenne, parla di come si sia fatto coinvolgere. Ed elenca in rigoroso ordine cronologico le cause della tragedia. Prima l’ambiente familiare (è figlio unico), poi un’adolescenza trascorsa in una scuola non frequentata da ragazze, poi le masturbazioni col Postalmarket – quando si dice far di necessità virtù – e qualche giornaletto porno. Tutte “cose normali” all’inizio, dice. Fin quando non si rende conto che, giunto alla soglia dei trent’anni, non riusciva più a tenere a bada i suoi istinti e le sue manie di vecchia data. Un vizio così forte da fargli addirittura apprendere una lingua straniera: “Il guaio è nato proprio con l’accesso ad internet. Anche qui, come tanti, mi si è aperto un nuovo mondo. Ho cominciato a girare tra siti e newsgroup pornografici, prima per pochi minuti, poi per ore ed ore. Se sulle prime mi accontentavo delle solite immagini, poi sono dovuto passare ad immagini sempre più forti (oramai i “termini” li conosciamo tutti, credo che una buona parte di un certo inglese l’ho imparata così) e per sempre più tempo“. Anche il ventenne Paolo individua nella banda larga la principale causa del suo disastro personale: “L’arrivo dell’ADSL, circa un anno e mezzo fa, ha fatto in modo che il tempo quotidiano dedicato alla masturbazione si dilatasse in modo progressivo e crescente, fino ad occupare molte ore della giornata“. E spiega: “Fino all’avvento di questa maledetta ADSL dentro casa, all’università (studio ingegneria da 4 anni e mezzo) tutto andava alla perfezione, a posto con gli esami, bei voti, ho preso anche 3 borse di studio… Ora è un anno e mezzo che vado avanti con una scarsissima volontà, e i risultati infatti si vedono, o meglio, non si vedono, dato che mi sarei dovuto laureare da quasi un anno. E’ terribile, non ho più un briciolo di concentrazione, appena prendo un libro in mano, la mia mente vola via verso altri posti, e magari si riaccende il monitor giusto per dare una sbirciatina alla posta, o al sito di Libero…  E poi magari si finisce a chattare o a masturbarsi davanti al PC“. E la domanda nasce spontanea: non è che cazzeggiare ti piaceva più di studiare? Sta di fatto che lo stesso ritornello si ripete altrove: “Ho iniziato ad andare a caccia di immagini femminili a 14-15 anni (adesso ho da poco superato i trenta) e non ho mai smesso, è solo cambiato il mezzo: una volta c’erano riviste e giornaletti (mai porno) ora c’è l’ADSL“.

 

VHS V.M. DI 40 ANNI E 4.380 SEGHE – Un altro utente parla della sua personalissima escalation di seghe, che lo ha condotto a non riuscire più a privarsi di quella che definisca la “mano amica“: “Ho 25 anni e da 16 mi masturbo regolarmente. Prima con giornalini a fumetti (bei tempi, ogni sessione era un’avventura diversa…) e max 1 volta ogni 4/5 gg. A 19 anni, dopo 3 anni di apprendistato in cui le dosi di masturbazione e l’asprezza del materiale porno lievitavano fino ai livelli attuali (media 2 seghe al giorno, ma con picchi anche di 5, e porno vhs V.M. di 40 anni. Ho avuto il mio primo ridicolo rapporto sessuale: lei mi piaceva tanto, ma il mio pene sentiva l’estraneità delle sue parti intime, ed io avevo l’istinto a cacciarlo di fuori e usare la mano amica per tenerlo arzillo“. Capisco la curiosità che è anche la mia: ma cosa ci sarà mai in un video vietato ai minori di anni 40?  Verrebbe quasi voglia di chiedere se non fosse che – stando a quel che raccontano i tossici del sesso singolo – la visione dev’essere un’esperienza simile a quella narrata dal pessimo “The Ring“. Specie se, durante la proiezione, dovesse suonare il telefono. Sia come sia, l’effetto è sempre lo stesso. Dedicarsi con eccesso di dedizione e di foga al passatempo più antico del mondo sottrae energie preziose agli impegni accademici e lavorativi: “In sei anni, con questa filosofia, mi sono masturbato 6*365*2=4.380 volte (ovviamente sono molte di piu: anni bisestili, giorni di picco ormonale…) spaziando su tutti i generi del porno (consentito), regalando soldi a Schicchi e a quella battona di sua moglie, sottraendo tempo a studio, letture e in genere all’arricchimento vero di me stesso“. Per gli anni bisestili garantiamo noi che il conto non cambia in modo sostanziale: al massimo, in sei anni ce ne son stati due e al totale andrebbero aggiunte appena 2*1*2 manovelle, cioè quattro prestazioni extra. Una goccia nel mare. Sui picchi ormonali, invece, non abbiamo dati a sufficienza, ma già così mi pare che si possa andare ugualmente fieri del record.

GUARIRE SI PUO’ – Speriamo di sì, naturalmente, che massacrarsi di gioia fino a morirne ha anche le sue belle controindicazioni. Che, come abbiamo visto, non è ipertricosi sulle palme delle mani, ma potrebbe ben essere una forte miopia. Colpa delle ore davanti al video, che vi pensavate? La cosa buona è che c’è sempre qualcuno disposto a dare buoni consigli tipo: “Cadere e non cadere l’importante e diminuire con il tempo il numero di ore davanti ad un monitor e ricorrere a vari espedienti, tipo fare una telefonata ad un amico/a quando si e presi dalla voglia, sconnettersi immediatamente da internet, ricordare a qualcosa di triste, uscire da casa, ci sono un sacco di espedienti utili.” Son consgli saggi, ma a condizione che l’amico/a sia del tutto all’oscuro del vostro piccolo segreto e che non coltivi il medesimo hobby. Diversamente, si rischia un imbarazzo insopportabile o di interrompere un’emozione. Anche pensare a cose tristi va benissmo, sempre che si riesca ad immaginarne una peggiore di quella di partenza. Uscire di casa anche, a patto di evitare Internet Point. Poi ci sono gli incoraggiamenti che, come i buoni consigli, spesso fan più danno che altro. Ad un messaggio con oggetto “Continue ricadute“, qualcuno ha pensato bene di rispondere che l’importante e ”non mollare mai”. C’è gente indelicata che fatica a comprendere il problema che è esattamente quello di mollarlo e non quello di “tenere duro”. Insensibili. Va detto, e non ce ne voglia il gruppo “No alla porno dipendenza” – dal quale sono tratte le “confessioni” – che la pubblicità è santa, ma inserire una pagina con una tizia ammiccante che ti invita in chat tra la lista dei messaggi e il testo degli stessi è, quantomeno, originale.

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