Calcio, Ferrero decade dalla presidenza della Sampdoria. Ma per lui cambia poco o niente

Neanche le mosse da “viperetta” che hanno aiutato l’ormai ex presidente della Sampdoria ad accattivarsi le simpatie di ampi settori del mondo dello sport potranno aiutarlo nell’ingarbugliato labirinto delle norme federali. Massimo Ferrero decade dalla presidenza del club blucerchiato a causa del crac della compagnia aerea di cui era proprietario (la Livingston, fallita nel 2010) e a un articolo della Normativa interna federale (Noif) che impedisce a chi viene condannato a pene detentive superiori a un anno di rivestire ruoli di rappresentanza all’interno di una società calcistica.

LE TAPPE CHE HANNO PORTATO ALLA DECADENZA DI MASSIMO FERRERO

I passaggi della vicenda sono piuttosto altalenanti, tipici della burrascosa personalità del proprietario della Sampdoria. La Livingston dichiara bancarotta nel 2010 e il 4 febbraio del 2016 Ferrero chiede al Gup di Busto Arsizio di patteggiare una condanna di un anno e dieci mesi. A quel punto, inizia a partire la macchina della burocrazia federale: Ferrero non comunica la sua incompatibilità alla Figc che, quindi, si muove d’ufficio. È lo stesso presidente Carlo Tavecchio a ricevere la conferma, da parte della Corte d’appello federale, che anche nei casi di patteggiamento sussiste l’incompatibilità tra la pena e il ruolo di dirigente di club.

LEGGI ANCHE: “Massimo Ferrero e la storia dei 65 milioni di euro spesi da Garrone per vendergli la Sampdoria”

Ferrero, che non si arrende di fronte all’evidenza, si rivolge alla Cassazione, nonostante sia stato proprio lui, a febbraio 2016, a chiedere il patteggiamento. Ovviamente, in ottobre, la Cassazione respinge il suo ricorso e la Figc avvia le pratiche definitive per procedere con la decadenza. La comunicazione ufficiale all’ex presidente della Sampdoria è arrivata nella giornata di ieri.

COSA CAMBIA PER MASSIMO FERRERO

Cosa cambia, dunque, per Massimo Ferrero? Poco o nulla, in verità. Verosimilmente, lascerà il ruolo di massimo dirigente del club a un prestanome (per esempio, un componente della sua famiglia), ma rimarrà a tutti gli effetti proprietario del club acquistato nel 2014 dalla famiglia Garrone. Er Viperetta non potrà rappresentare la Sampdoria nelle riunioni ufficiali, come le da lui tanto odiate assemblee di Lega Calcio. Ma continuerà a dare spettacolo sulle tribune e ai microfoni delle emittenti televisive, questo è certo.

(FOTO: ANSA/ LUCA ZENNARO)

 

Share this article