I cinghiali sono sempre più numerosi e non si sa come fermarli

04/04/2017 di Redazione

Cinghiali, le costanti segnalazioni di incidenti con gli ungulati nelle città italiane evidenzia come la diffusione di questi animali sia sempre più rilevante. Negli ultimi giorni ci sono stati episodi che hanno coinvolto cinghiali a Genova così come a Roma o in altre città. Nel capoluogo ligure due animali sono fuggiti in modo quasi comico – uno si è buttato in mare – dopo uno scontro tra autorità locali che li volevano abbattere vista la loro vicinanza all’abitato e la difesa degli animalisti. I cinghiali in Italia potrebbero anche superare il milione di esemplari. Dati precisi non se ne conoscono, ma la stima si basa su quanto sia estesa la loro presenza lungo tutta la Penisola. I cinghiali si stanno spostando sempre più verso le aggregazioni urbane, dove trovano cibo in abbondanza, e dove è minore la presenza di cacciatori. Come spiega Roberto Giovannini sulla Stampa, contrastare i cinghiali è particolarmente difficile nel nostro Paese.

In Italia non c’è un sistema organizzato di controllo della presenza di questo animale. Sulla carta, la gestione di questo ungulato è di competenza delle Regioni (e delle «defunte» Province) nell’ambito del sistema di gestione faunistico venatorio. In altre parole, in teoria le Regioni (ognuna per conto suo) dovrebbe stabilire se e come intervenire per ridurre con catture o abbattimenti o caccia il numero dei suoi cinghiali, sulla base di alcune (molto generiche) «Linee guida» redatte dall’Ispra, l’Istituto centrale di protezione dell’ambiente. Che il sistema non abbia funzionato è sotto gli occhi: colpa anche del passaggio alle Regioni delle guardie provinciali, e di quello dei Forestali nell’Arma dei Carabinieri.

La moltiplicazione dei cinghiali è stata favorita da diversi fattori. Uno è l’assenza del lupo, l’animale più pericoloso per la sopravvivenza degli ungulati. Il secondo è il ripopolamento favorito dai cacciatori nei decenni scorsi, che hanno importato animali di taglia maggiore provenienti dall’Europa orientale. Il cambiamento climatico ha inoltre reso più agevole le condizioni ambientali per i cinghiali, che hanno la capacità di riprodursi su larga scala in brevissimo tempo.

Foto copertina: ANSA

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