I disabili che restano senza ascensori a casa loro

02/04/2017 di Redazione

I lavori sulle abitazioni private prevedono, nella legge 13 del 1989 sulle barriere architettoniche, un rimborso. Ma – come racconta oggi La Stampa – i fondi per pagarli sono fermi da anni.

al palo da anni. Non è chiaro come, tra Regioni e governo deve esser fatto il rimborso e chi deve erogare.

Intanto, nell’incertezza, i Comuni continuano a raccogliere domande, con tanto di 16 euro di marca da bollo, che resteranno inevase chissà per quanto. Quando sono venuti meno i fondi nazionali, nel 2005, i governi locali si sono aggiustati
con risorse proprie.
Anche una sentenza della corte costituzionale demanda alle Regioni. Le quali l’hanno fatto, come e fino a che hanno potuto.

ASCENSORI, MONTASCALE E LEGGE 13: COSA SUCCEDE REGIONE PER REGIONE

Così, nel Comune di Palermo «le domande sono accolte con riserva». E «la Regione siciliana non ha mai istituito il capitolo di riferimento e le graduatorie 2009, 2010 e 2011, approvate e pubblicate, non sono state liquidate». In Calabria l’ultima lista risale al 2012, mentre in Emilia Romagna i soldi da erogare ammontano a 35 milioni. Gli enti regionali hanno chiesto

al ministro alle infrastrutture Graziano Delrio di intervenire. L’anno scorso fu consegnato un documento con le graduatorie e le richieste di ogni regione.

«Nella legge di stabilità è stato previsto di ripristinare il fondo per i contributi», assicurano dal ministero delle infrastrutture.
Ancora non si sa a quanto ammonterà («sarà gestito direttamente dalla presidenza del Consiglio», dicono). Un impegno che fa ben sperare. Per ora resta la distanza. «Se lo Stato non finanzia, non raccoglieremo più domande – riflette Augusto Ferrari,
assessore alle politiche sociali del Piemonte siamo bersagliati dalle proteste». E aggiunge: «I contributi sono nella commissione infrastrutture, invece che nelle politiche sociali, è un altro limite».

Sono tantissimi i casi e l’ammontare generale dei rimborsi da erogare dovrebbe aggirarsi sui 300 milioni. La Stampa approfondisce il caso di Paolo Linguanti, 82 anni, ex poliziotto ammalato di restringimento spinale. Abita al primo piano di un palazzo residenziale torinese. Ha pagato 12 mila euro il montascale che gli serve per vivere in condizioni migliori. «Morirò – spiega al quotidiano – senza averli indietro».

(foto via Pixabay)

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