Alatri, dopo l’aggressione a Emanuele Morganti si vantavano in discoteca

30/03/2017 di Redazione

Poco dopo aver compiuto il delitto, la notte tra venerdì e sabato scorso, gli aggressori di Emanuele Morganti, morto due giorni dopo in ospedale, si vantavano in discoteca del loro gesto criminale. «Abbiamo massacrato uno di Alatri», dicevano i due ragazzi fermati per l’uccisione dello studente (Mario Castagnacci e Paolo Palmisani).

 

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ALATRI, AGGRESSORI DI EMANUELE MORGANTI SI VANTAVANO IN DISCOTECA

Il 20enne fu lasciato agonizzante nello spiazzale di un locale notturno, dopo essere stato colpito dal branco con calci, pugni e oggetti contundenti (come un manganello e una chiave svita bulloni). Spiega Clemente Pistilli su Repubblica:

«Abbiamo massacrato uno di Alatri». I due fermati per l’omicidio del ventenne Emanuele Morganti, all’alba di sabato, dopo aver lasciato sul selciato agonizzante lo studente, si sono diretti in un locale notturno alla periferia di Frosinone. E in quel club i fratellastri alatresi Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, 26 e 19 anni, si sono vantati del pestaggio appena compiuto. Particolari riferiti ai carabinieri da ragazzi presenti nella discoteca. Una conferma per gli inquirenti dell’ipotesi che i fratellastri possano aver agito, non avendo avuto alcun contrasto con il ventenne, solo per mostrare che Alatri era ormai cosa loro. I due sembra inoltre non abbiano mostrato alcun pentimento.

ALATRI, AGGRESSORE DI EMANUELE MORGANTI ARRESTATO IL GIORNO PRIMA

Mario Castagnacci era stato fermato per droga il giorno prima del pestaggio mortale, giovedì scorso. Ed era stato scarcerato proprio il giorno del delitto. Scricve Raffaella Troili sul Messaggero:

I carabinieri della stazione San Pietro l’avevano trovato in una casa al Pigneto dove assieme ad altri tre complici, nascondeva 300 dosi di cocaina, 150 di crack e 600 di hashish. Il pm chiese allora l’obbligo di firma, ma il giudice convalidando l’arresto per Castagnacci e altri complici riconobbe la tesi difensiva del «consumo di gruppo» che portò, nell’udienza per direttissima del giorno dopo alla scarcerazione, rigettando anche la richiesta del pubblico ministero. E così il bravo spacciatore, che viene descritto come un assiduo frequentatore della Roma bene, proprio quel drammatico venerdì alle due di notte tornò nella sua Alatri. Passò la sera a bere e fumare, assieme agli amici e al fratellastro, perdendo la testa a tal punto da pestare a più riprese il povero Emanuele nella centrale piazza Regina Margherita. Ora è accusato di omicidio volontario. Sarebbe stato proprio lui a sferrare il colpo mortale.

Castagnacci fu già arrestato nel 2011, in possesso di 5 chili di hashish. Ha un altro procedimento in corso per traffico di stupefacente.

(Foto Facebook di Emanuele Morganti)

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