Mario Adinolfi torna su Facebook dopo il blocco per Dj Fabo

30/03/2017 di Redazione

Mario Adinolfi è tornato su Facebook. L’ex deputato, giornalista e leader del partito Popolo della Famiglia era stato bloccato per 30 giorni per un commento molto controverso espresso sulla vicenda di Dj Fabo. Il musicista, ridotto in condizioni di vita impossibili dopo un incidente in macchina, aveva scelto di porre fine la sua esistenza con il suicidio assistito in Svizzera. Adinolfi aveva duramente attaccato la tolleranza verso l’eutanasia, ancora una volta utilizzando toni giudicati come molto provocatori e offensivi, visto il paragone con quanto praticato dalla Germania nazista. Facebook, su probabile segnalazione di molti utenti, aveva deciso di sanzionare il post di Mario Adinolfi su Dj Fabo, bloccando il suo profilo così come le sue pagine, e impedendogli di accedere anche al servizio di messaggistica istantanea Facebook Messenger. Mario Adinolfi era stato bloccato per 30 giorni: alla scadenza della sanzione il giornalista è tornato su Facebook con uno dei suoi abituali interventi, il video di Stampa&Vangelo. Il leader del Popolo della Famiglia tiene una rassegna stampa su temi etici, religiosi e sociali, oltre che politici, aperti dalla lettura di un passo del Vangelo.

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Ecco il messaggio scritto da Mario Adinolfi in cui ha annunciato il suo ritorno.

Stampa&Vangelo del 30 marzo 2017, dopo il bavaglio durato un mese e i tentativi di non farci parlare a Asti o a Genova, dopo gli insulti di Fedez o di J-Ax, dopo le mamme-forno di Nadia Toffa e le 200mila scatole di pillola dei 5 giorni dopo vendute in un anno, dopo l’Onu che vuole cancellare il diritto all’obiezione di coscienza dei medici e dare l’adozione ai gay. Poi sui giornali di oggi si legge: elezioni fissate per l’11 giugno. Chi vuole ribellarsi davvero a tutta quella roba, sa qual è l’unica strada per far pesare la propria testimonianza della verità: votare Popolo della Famiglia a Genova e a Verona, a Monza e a Alessandria, a Asti e a Riccione, a Borgomanero e a Crema, a Ischia e a Parma, a Riolo e a Civitanova Marche, ovunque ci sia insomma la nostra resistenza organizzata per la famiglia, per il reddito di maternità, contro i falsi miti di progresso

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