Matteo Renzi, il piano contro gli scissionisti del PD

13/03/2017 di Redazione

Matteo Renzi ha lanciato la sua candidatura alla segreteria del PD al Lingotto di Torino. L’ex presidente del Consiglio appare il chiaro favorito al congresso del Partito Democratico, che si concluderà con le primarie del 30 aprile. Il 7 maggio l’assemblea nazionale rinnovata dal voto degli elettori del PD dovrebbe riportare Renzi alla guida del partito conquistata a fine 2013, anche se probabilmente con una maggioranza meno solida rispetto al passato. Le elezioni politiche non sono vicine, ma neppure lontane: entro febbraio o marzo 2018 il Parlamento sarà rinnovato. Secondo un articolo di Goffredo De Marchis su La Repubblica Matteo Renzi, se riconfermato alla guida del PD, seguirà una strategia per limitare al minimo l’emorragia di voti provocata dalla scissione. Il primo è l’aumento della soglia di sbarramento per l’ingresso alla Camera dei Deputati, da spostare dal 3 al 5%. Al Senato chi non concorre in coalizione deve conquistare almeno l’8% dei seggi in una regione per poter accedere alla ripartizione dei seggi. Probabilmente questa soglia così alta sarà abbassata al 5%, in maniera omogenea a quella della Camera dei Deputati. Un aumento della soglia renderà più difficile entrare alla Camera per le formazioni minore. L’ex presidente del Consiglio pensa sopratutto ad Articolo 1- Movimento dei democratici e dei progressisti, la formazione creata dai parlamentari usciti dal PD e da Sel. Per svuotare ulteriormente il bacino elettorale delle formazioni a sinistra del Partito Democratico Matteo Renzi pensa di ospitare, come indipendenti, Giuliano Pisapia e Laura Boldrini, gli esponenti più importanti di Campo progressista, nelle liste per le prossime politiche. La candidatura di Pisapia all’interno del PD potrebbe garantire a Renzi voti di sinistra, che non andrebbero alla probabile lista unitaria degli scissionisti con Sinistra italiana. Una strategia corroborata dal richiamo al voto utile: nel 2008 il PD di Veltroni limitò i danni proponendosi come unica alternativa per fermare il ritorno di Berlusconi al Governo. Renzi proverà ad attuare la stessa strategia, convinto in questo modo di poter recuperare i consensi usciti in questi mesi dal PD, che i sondaggi stimano ormai attorno al 25%. Foto copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

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