Dalla droga al racket: gli affari della criminalità a San Severo

06/03/2017 di Donato De Sena

Dal traffico di droga e armi al racket delle estorsioni. Dai furti di autovetture all’usura e alla ricettazione. Sono questi gli affari della criminalità nella zona di San Severo, in provincia d Foggia, dove nella notte tra sabato e domenica sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco contro un furgone blindato della Polizia, gesto intimidatorio contro gli agenti arrivati in città per un controllo rafforzato del territorio. Che l’area sia finita nella morsa del crimine lo spiega anche l’ultima relazione al Parlamento sull’operato della Direzione Investigativa Antimafia, un rapporto relativo al primo semestre del 2016, in cui si descrive uno scenario di fine della coesistenza pacifica di alcuni gruppi criminali.

 

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CRIMINALITÀ A SAN SEVERO, L’ULTIMA RELAZIONE DELLA DIA

Si racconta di un’escalation di attentati dinamitardi in città, ed anche di intimidazioni e agguati. San Severo sarebbe crocevia di approvvigionamento di stupefacenti, anche da parte di acquirenti stranieri:

L’alto Tavoliere continua ad essere segnato dalle dinamiche in atto nella criminalità organizzata della città di San Severo.

Lo scenario criminale di quest’ultima, nel recente passato caratterizzato da una pluralità di gruppi (Testa-Bredice, Russi, Palumbo, Salvatore ex Campanaro e Nardino), sembra aver superato la fase di una coesistenza pacifica tra questi.
Proprio in tale ottica potrebbero essere lette l’escalation degli attentati dinamitardi in città, riconducibili al racket delle estorsioni, nonché le intimidazioni e gli agguati avvenuti anche in danno di appartenenti alla criminalità organizzata, specie di quelli attivi nel mercato degli stupefacenti.

In chiave evolutiva, si ritiene che la mafia sanseverese possa anche contare sul sostegno collaudato della mafia foggiana, a cui è legata sin dalla sua genesi.

L’intensa operatività dei sodalizi in città è dimostrata anche dai frequenti sequestri di droga, armi e materiale esplodente eseguiti dalle Forze dell’ordine.

Nel settore degli stupefacenti, San Severo si conferma un crocevia per l’approvvigionamento anche da parte di acquirenti esteri, come dimostrano i sequestri e la presenza di corrieri albanesi. Infatti, il rinvenimento di stupefacente, verosimilmente abbandonato sulla spiaggia di Lesina, induce a pensare che le coste dell’area dell’alto Tavoliere si prestino ad operazioni di sbarco di droga proveniente da altri Paesi.

Non a caso, proprio le organizzazioni di San Severo e Cerignola sembrano disporre di canali diretti per l’approvvigionamento degli stupefacenti dall’Olanda e dalla Spagna.

Oltre alle suddette attività illecite, la criminalità organizzata del Tavoliere risulta attiva nei furti di autovetture (commessi anche fuori Regione, cui segue talvolta la tecnica estorsiva del “cavallo di ritorno”), nell’imposizione della guardiania, nell’usura e nella ricettazione/riciclaggio di autovetture di grossa cilindrata, interagendo in quest’ultimo ambito anche con la criminalità di Cerignola.

I colpi al blindato della Polizia a San Severo sono stati esplosi nei pressi della stazione ferroviaria, davanti a un albergo dove alloggiavano i poliziotti inviati da Bari per trasferire in sicurezza i migranti dopo l’abbandono del Gran Ghetto di Rignano (devastato da un incendio). A sparare è stato un uomo a bordo di un’auto poi risultata rubata. Sono due le piste seguite dalla polizia. Si pensa alla vendetta in seguito allo sgombero della braccopoli (il più grande accampamento di migranti e lavoratori stagionali d’Italia) o all’atto intimidatorio come reazione alla forte pressione esercitata dalle forze dell’ordine. Pressione esercitata come risposta ad un’escalation criminale degli ultimi tempi.

(Immagine di copertina: mappa della criminalità a Foggia dall’ultima relazione del Ministero dell’Interno al Parlamento sull’operato della Dia)

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