Le ultime ore del PD?

18/02/2017 di Redazione

Il Partito Democratico sta vivendo uno dei suoi momenti più drammatici. La scissione della minoranza interna sembra avvicinarsi, anche se in queste ore le trattative e gli appelli per evitare questa rottura sono continui. Al teatro Vittoria di Roma è iniziata la riunione, Rivoluzione socialista, che originariamente avrebbe dovuto lanciare la candidatura di Enrico Rossi alla segreteria del PD. Il presidente della Toscana si è però unito con Michele Emiliano, presidente della Puglia, e con Roberto Speranza, candidato della minoranza bersaniana al congresso, per chiarire quali siano le condizioni per rimanere all’interno della formazione guidata da Renzi. Negli interventi di Rossi e Speranza è rimarcato come ci sia ancora un margine di accordo.  Un’affermazione già fatta da Emiliano, che nel suo intervento al teatro Vittoria ha chiesto scusa per aver sostenuto Renzi nelle primarie 2013, rimarcando come Bersani sia stato un segretario più bravo dell’ex presidente del Consiglio.

Noi non cerchiamo un capo, ma un compagno, un amico, non una persona che ha paura del confronto e ha paura di perdere consensi più passa il tempo . Ma sentire parlare Rossi o Speranza è una bellezza. Bersani si è dimesso per una situazione molto meno grave di quella di adesso: e se Matteo Renzi è diventato segretario è stato grazie al gesto di Pier Luigi Bersani che non ha anteposto se stesso agli altri

Un percorso congressuale diverso, capace di riconoscere le reciproche differenze e valorizzarle invece che annullarle, potrebbe evitare la scissione secondo i tre esponenti della minoranza interna. Se prevarrà la visione di Renzi e di parte della sua maggioranza di procedere a primarie nelle prossime settimane invece sarà addio.

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Se ci sarà scissione lasceranno il PD due dei presidenti delle regioni più importanti d’Italia, due ex segretari, Bersani e quasi sicuramente Epifani, l’ex capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, un ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, e forse un secondo con Enrico Letta, più decine di parlamentari e amministratori locali. Il Partito Democratico diventerebbe un’altra formazione politica, una trasformazione che diversi esponenti importanti, inclusi molti ministri, vogliono evitare. Oggi è particolarmente attivo Dario Franceschini, che ha lanciato un appello a fermare le ostilità. Il ministro della Cultura è schierato con Renzi, ma sta cercando ogni possibile mediazione per evitare la spaccatura del PD.  Un tentativo condiviso con Andrea Orlando, ministro della Giustizia, e altri leader di centrosinistra. Matteo Renzi ha chiamato Emiliano così come Roberto Speranza, e Bersani, presente al teatro Vittoria, ha rimarcato come il segretario debba chiamare gli altri candidati al congresso, non lui. Domani ci sarà l’assemblea nazionale del Partito Democratico, l’ultima prima della scissione, o la prima di nuova fase che possa chiarire i lunghi dissidi interni iniziati dall’autunno del 2014.

Foto copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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