Donald Trump in difficoltà per i rapporti e le bugie sulla Russia

15/02/2017 di Redazione

I legami tra Donald Trump e la Russia stanno diventando un problema rilevante per la nuova amministrazione federale. Le dimissioni di Michael Flynn dall’incarico di consigliere per la Sicurezza nazionale non hanno esaurito una vicenda che ha caratterizzato l’avvio della presidenza Trump. Sui principali giornali americani ci sono diverse novità. La prima riguarda proprio il caso Flynn: il presidente sarebbe stato informato della bugia raccontata dal consigliere per la Sicurezza, come scrive il Washington Post. Trump però non avrebbe avvertito Mike Pence in merito al contatto effettivamente avvenuto tra Flynn e l’ambasciatore russo prima dell’insediamento della sua presidenza. Un silenzio che ha costretto il vicepresidente degli Stati Uniti a difendere un esponente dell’amministrazione su un’informazione falsa, una bugia poi costata le dimissioni di Flynn. Secondo il New York Times, che cita fonti delle agenzie di intelligence americana, oltre a Flynn snche Paul Manafort, ex responsabile della campagna presidenziale di Donald Trump, avrebbe avuto ripetuti contatti con la Russia. Il quotidiano riferisce come altri esponenti molto vicini al presidente, all’epoca al candidato, avevano contatti costanti con persone legate a Putin, ma non fa ulteriori nomi.

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La frequenza di comunicazioni con persone russe monitorate dall’intelligence americana avrebbe portato le agenzie, come Cia o Fbi, a intercettare questi contatti. Il presidente Obama e il presidente-eletto Trump ne sono stati poi informati dopo le presidenziali. Il Cremlino ha definito fake news questa notizia, che segue il dossier, piuttosto fragile, sui legami tra Trump e Putin. Il caso Flynn potrebbe poi rappresentare un nuovo problema per il presidente, visto che probabilmente sarà indagato dalla commissione parlamentare in merito alla influenza della Russia sulle presidenziali americane. Un’ipotesi confermata dal leader della maggioranza repubblica al Senato, Mitch McConnell, dopo che diversi senatori del Gop avevano criticato l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale. Foto copertina: Olivier Douliery/Consolidated/Pool/dpa

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