Cosa unisce Steve Bannon a Julius Evola

11/02/2017 di Andrea Mollica

Steve Bannon conosce e condivide parte del pensiero di Julius Evola. La notizia è rivelata da un articolo dal New York Times, che in questi giorni sta dedicando attenzione al consigliere più importante di Donald Trump. La nomina dell’ex direttore di Breitbart a Chief Strategist, il capo dei consulenti per la strategia, è stata una delle prime decisioni del nuovo presidente americano, che ha premiato Bannon per come ha condotto la campagna presidenziale. L’ex dirigente di Goldman Sachs è considerato da più parti come la «mente» di Trump, responsabile delle cosiddetta svolta populista della destra americana. Bannon si considera un tradizionalista, che reputa fondamentale la difesa dei valori e della società cristiana dalle minacce portate dal terrorismo e dall’immigrazione islamici. Il New York Times, riprendendo un discorso riservato tenuto dall’allora direttore di Breitbart in Vaticano, rivela come uno degli ispiratori di Bannon sia Julius Evola. Il pensatore e intellettuale italiano, teorico del razzismo e ammiratore del fascismo come del nazismo, è stato citato da Steve Bannon come uno dei riferimenti intellettuali di Aleksandr Dugin, considerato l’ideologo di Putin. Nell’intervento in Vaticano il consigliere di Trump aveva definito il regime di Putin una cleptocrazia, che però aveva intuito quanto fosse importante il nazionalismo per difendere i valori giudeo-cristiani dall’assalto del fondamentalismo islamico. Per Bannon è fondamentale che in Occidente si imponga una svolta tradizionalista, che metta al centro dell’attività politica la difesa dei principi su cui si basano le Nazioni cristiane. Nel discorso considerato dal New York Times una sorta di manifesto ideologico del consigliere di Trump Evola è stato citato come punto di riferimento intellettuale, e la semplice conoscenza di un filosofo oscuro e molto controverso come il pensatore italiano appare già significativa.

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Julius Evola compare anche in un articolo sui pensatori di riferimento della Alt-right, il soprannome della destra radicale americana, pubblicato da Breibart.Gianfranco De Turris, segretario della fondazione Julius Evola, ha rimarcato al New York Times come per la prima volta una personalità molto vicina a un presidente americano è un conoscitore del pensatore italiano. Evola è un intellettuale apprezzato storicamente dalla destra radicale e razzista. Benito Mussolini ne era uno sostenitore, e si era ispirato al pensatore romano per le sue leggi razziali. Julius Evola aveva poi rotto col fascismo durante la parte finale del regime, preferendo il misticismo delle SS, più vicine al suo pensiero tradizionalista. Negli anni sessanta e settanta molti gruppi estremisti citavano questo intellettuale come loro punto di riferimento ideologico, in un’epoca in cui era stato ostracizzato viste le sue tesi estremiste.

Foto copertina: EPA/JIM LO SCALZO

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