Due cose che possono inchiodare Virginia Raggi

04/02/2017 di Redazione

Una mail e le procedure di selezione dei candidati poco chiare rischiano di aggravare la posizione della sindaca Virginia Raggi, indagata dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio e falso per la nomina a capo del dipartimento Turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello dell’ex fedelissimo della prima cittadina Raffaele Marra (anche lui indagato per abuso d’ufficio in questa vicenda e a dicembre arrestato per corruzione). Il lungo interrogatorio di giovedì scorso davanti ai pm ha probabilmente aperto uno spiraglio nella direzione dell’assoluzione rispetto all’accusa di abuso d’ufficio ma potrebbe, al contrario, aver aggravato l’accusa di falso.

 

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VIRGINIA RAGGI RISCHIA IL PROCESSO PER FALSO

Nel dettaglio, la Procura contesta alla Raggi il falso in atto pubblico per aver detto il falso alla responsabile anticorruzione del Comune, Mariarosa Turchi. E le contesta l’abuso d’ufficio per non aver fatto una comparazione dei curricula tra candidati e per non aver impedito a Raffaele Marra di partecipare alle procedure di nomina del fratello Renato (circostanza che è costata all’ex capo del personale la stessa accusa di abuso d’ufficio). Il falso è l’accisa più grave di cui deve rispondere la sindaca di Roma. La posizione potrebbe essere aggravata da una mail firmata dall’assessore al Turismo Adriano Meloni. In quel messaggio inviato al capo del Personale Antonio De Santis, a Raffaele Marra e alla stessa Raggi, Meloni ringrazia per il «vostro» suggerimento. Lo raccontano Valentina Errante e Sara Menafra su Il Messaggero e Il Mattino di Napoli:

Circostanza che smentisce le parole del sindaco: «Quello che conta, alla fine , è che abbia fatto tutto io», ha detto più volte, e invece dagli atti risulta che l’intero gruppo, e non la sola sindaca, abbia individuato in Renato Marra, come candidato ideale per quel ruolo. Poco chiare anche le spiegazioni sulle procedure di selezione. Ai pm la Raggi ha detto che non era necessaria una selezione dei curricula, una dichiarazione opposta rispetto a quella resa all’autorità Anticorruzione del Campidoglio, chiamata a rispondere ai rilievi dell’Anac su quella nomina sospetta. La valutazione è stata fatta dalle «strutture competenti», aveva precisato il sindaco. E nelle carte sequestrate dalla Squadra mobile ci sono sei curricula di candidati che potrebbero non essere stati neppure valutati.

(Foto di copertina: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)

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