L’insediamento di Donald Trump, il 45esimo presidente degli Stati Uniti

20/01/2017 di Andrea Mollica

Donald Trump insediamento

L’insediamento di Donald Trump inaugurerà la nuova presidenza degli Stati Uniti. Il miliardario repubblicano sarà il quarantacinquesimo capo di Stato e di Governo americano a partire da venerdì 20 gennaio. La cerimonia di apertura della nuova amministrazione si svolgerà a Washington Dc, e la sua organizzazione sta incontrando qualche difficoltà in più del previsto.


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QUANDO SI INSEDIA TRUMP

Alle ore 18, ora italiana, le 12 a Washington DC, di venerdì 20 gennaio 2017 Donald Trump diventerà ufficialmente il quarantacinquesimo presidente nella storia degli Stati Uniti d’America.  Dopo la vittoria alle presidenziali americane dell’8 novembre scorso contro Hillary Clinton, e il voto dei Grandi Elettori che l’hanno formalmente nominato successore di Barack Obama, gli Stati Uniti avranno il loro nuovo capo dell’amministrazione federale. A quell’ora l’imprenditore repubblicano leggerà la formula del giuramento presidenziale indicato dall’ottavo comma dell’articolo II della presidenza degli Stati Uniti.

I do solemnly swear (or affirm) that I will faithfully execute the Office of President of the United States, and will to the best of my ability, preserve, protect and defend the Constitution of the United States. Io (Donald Trump venerdì 20 gennaio del 2017, Nda)), giuro solennemente che solennemente che adempirò con lealtà il ruolo di Presidente degli Stati Uniti, e agirò al meglio delle mie capacità, preserverò, proteggerò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti.

LA  CERIMONIA DELL’INSEDIAMENTO DI DONALD TRUMP

Il programma dell’insediamento di Donald Trump è gestito da due comitati. Il primo composto da rappresentanti e senatori, in numero paritetico, scelti tra le leadership dei due unici partiti americani presenti al Congresso, Repubblicani e Democratici. L’altro comitato è invece composto da personalità indicate dal president-elect – Trump ha scelto imprenditori suoi finanziatori – e organizzerà i numerosi eventi mondani legati alla cerimonia di insediamento. Prima del giuramento di Donald Trump, che sarà pronunciato di fronte al Chief Justice della Corte Suprema, John Roberts, il presidente e il vicepresidente, Mike Pence, depositeranno una corona al cimitero di Arlington il giorno precedente, giovedì 19 gennaio 2017.

La sera prima della cerimonia di insediamento ci sarà un concerto. intitolato Make America Great Again! Welcome Celebration, al Lincoln Memorial. Dopo la cerimonia di insediamento si svolgerà la tradizionale parata del nuovo presidente lungo Pennsylvania Avenue, la strada della capitale americana che collega la sede del Congresso alla Casa Bianca, la residenza ufficiale del capo di Stato americano.

INAUGURATION DAY 2017

La cerimonia di insediamento di Donald Trump si svolgerà presso il Campidoglio di Washington DC, la sede di Camera dei Rappresentanti e Senato degli Stati Uniti. Prima del giuramento del nuovo presidente la cantante Jackie Evancho canterà l’inno nazionale. L’ex stella di America’s Got Talent, un mezzosoprano di soli 16 anni che si è già esibita per Barack Obama, è uno dei pochi nomi famosi ad aver detto di sì alle richieste del comitato inaugurale di Donald Trump. A New York City si esibiranno le Rockettes in onore di Donald Trump, mentre ancora non si sanno i nomi degli artisti che suoneranno ai diversi balli ed eventi che si svolgeranno a Washington, DC venerdì 20 gennaio 2017. Il gruppo italiano il Volo era stato invitato ma ha rifiutato di esibirsi per il nuovo presidente.

AGGIORNAMENTO DEL 20 GENNAIO 2017

Tutto pronto a Washington DC per l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti. Donald Trump è intervenuto ieri al concerto di benvenuto svoltosi sul Lincoln Memorial, salutando gli accorsi, che fanno parte del più grande movimento politico al mondo, e rimarcando come la sua presidenza sarà capace di unire tutti gli statunitensi. Ieri nella capitale americana ci sono state diverse proteste, oggi sono attese migliaia di persone che manifesteranno contro il nuovo presidente.

AGGIORNAMENTO DEL 19 GENNAIO 2017

Questa sera ci sarà il concerto che festeggerà la fine della transizione tra le presidenziali dell’8 novembre 2016 e l’insediamento di domani 20 gennaio 2017. Al concerto, dopo diversi declini, suoneranno il gruppo rock 3 Doors Down e due star del country Toby Keith e Lee Greenwood. Nel tardo pomeriggio di ieri Barack Obama ha tenuto la sua ultima conferenza stampa da quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti. Obama ha spiegato le sue ultime decisioni, come la grazia concessa a Chelsea Manning, e ribadito che interverrà in modo limitato nella vita pubblica del Paese, prendendo una chiara posizione solo se verranno toccati valori fondamentali. Il presidente uscente ha indicato la difesa del diritto di voto, la libertà di stampa e la permanenza sul suolo americano dei figli degli immigrati irregolari nati e vissuti negli Stati Unii come futuri ambiti di possibile intervento.

AGGIORNAMENTO DEL 18 GENNAIO 2017

A tre giorni dall’insediamento di Donald Trump Barack Obama ha graziato Chelsea Manning. Vladimir Putin ha smentito il dossier sul materiale compromettente in mano alla Russia, definendo ridicola l’idea che i servizi di sicurezza abbiano seguito Donald Trump nei suoi viaggi a Mosca quando era un semplice cittadino americano.

AGGIORNAMENTO DEL 17 GENNAIO 2017

A soli 3 giorni dall’insediamento Donald Trump ha ricevuto diverse critiche dai leader europei per l’intervista in cui ha auspicato lo sfaldamento dell’UE. Angela Merkel ha mantenuto un atteggiamento spiegando come Trump abbia ribadito critiche sulla sua politica dell’immigrazione già note, mentre François Hollande ha rimarcato come l’UE non abbia bisogno dei consigli di chi ne è fuori come il presidente americano.

AGGIORNAMENTO DEL 16 GENNAIO 2017 A 4 GIORNI DALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP

Donald Trump contro l’Unione Europea. In una intervista congiunta a Bild Zeitung e The Times di Londra il presidente-eletto degli Stati Uniti ha definito l’UE uno strumento per gli interessi della Germania, elogiando l’addio del Regno Unito a un’istituzione dominata da Berlino. Trump ha definito catastrofico l’errore fatto da Angela Merkel sull’apertura delle frontiere ai migranti, profetizzando altri addii all’Unione Europea dopo la Brexit a causa degli ingressi di troppi stranieri.

AGGIORNAMENTO DEL 15 GENNAIO 2017 A 5 GIORNI DALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP

A 5 giorni dell’insediamento di Donald Trump sono in pieno svolgimento i preparativi per la cerimonia di inaugurazione del 20 gennaio. Altrettanto impegno c’è per un’altra manifestazione relativa all’inizio della presidenza di Donald Trump, la marcia delle donne di sabato 21 gennaio. Migliaia di volontari stanno realizzando i pussyhat, i berrettini rosa con le orecchie a forma di gatto, che saranno indossati dai partecipanti.

AGGIORNAMENTO DEL 14 GENNAIO 2017 A 6 GIORNI DALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP

A una settimana dall’insediamento Donald Trump ha aperto alla fine delle sanzioni contro la Russia in una lunga intervista col Wall Street Journal. Per il presidente sarà possibile cancellare le contromisure in caso di positiva collaborazione, specie nella lotta al terrorismo. Trump ha aperto anche a un rapido incontro con Putin.

 

DONALD TRUMP PRESIDENTE

Donald Trump è diventato il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti vincendo il Collegio Elettorale per 304 voti contro i 227 di Hillary Clinton. Diversi elettori, le persone indicate dagli Stati americani per eleggere il presidente, non hanno votato per il candidato che ha conquistato il loro Stato. Donald Trump, la sera dell’8 novembre, aveva ottenuto 306 Voti Elettorali, contro i 232 di Hillary Clinton. Il repubblicano è stato il quinto presidente degli Stati Uniti a vincere le elezioni nonostante la sconfitta nel voto popolare, la metrica che misura le preferenze degli statunitensi a livello nazionale, sommando i consensi ottenuti nei singoli Stati. Donald Trump ha preso quasi 3 milioni di voti in meno di Hillary Clinton, che ha conquistato un vantaggio di 2,1 punti percentuali a livello nazionale, più contenuto rispetto al dato previsto dai sondaggi.

I RISULTATI DELLE PRIMARIE REPUBBLICANE

Donald Trump ha vinto le primarie repubblicane conquistando oltre 13 milioni di voti, e distanziando il suo primo avversario, Ted Cruz, di oltre 6. Un successo netto, costruito grazie alle iniziali vittorie alle primarie in New Hampshire e South Carolina, che hanno assegnato al miliardario repubblicano il primato nella sfida per la nomination dopo il passo falso dell’esordio nei caucus dell’Iowa. Donald Trump ha poi trionfato nel Super Tuesday e nel secondo Super Martedì con le primarie di Florida, Illinois e Ohio, e ha conquistato la nomination grazie ai clamorosi successi conseguiti nel suo stato natale di New York, in Pennsylvania e in Indiana. La candidatura alla presidenza è stata ottenuta proprio nella Rust Belt poi decisiva per la vittoria contro Hillary Clinton. e poi consolidato fino ai trionfi primaverili che l’hanno portato alla nomination repubblicana.

I RISULTATI DELLE PRIMARIE DEMOCRATICHE

Hillary Clinton ha vinto le primarie democratiche con circa mille delegati di vantaggio su Bernie Sanders. La candidata democratica ha conquistato poco meno di 400 delegati elettivi in più, vincolati ai risultati delle primarie e dei caucus, e ha superato il quorum necessario per la nomination grazie ai superdelegati. Nel voto popolare Hillary Clinton ha ottenuto poco più di 17 milioni di voto, con un margine di vantaggio di poco inferiore ai 4 milioni rispetto a Bernie Sanders. La candidata democratica aveva vinto la prima competizione delle primarie democratiche, arrivando prima per pochissimi voti nei  caucus dell’Iowa, ma aveva perso nettamente le primarie del New Hampshire, conquistate in modo trionfale da Bernie Sanders. Dopo il successo in Nevada e il trionfo in South Carolina, la candidata democratica aveva prevalso in modo chiaro nelle primarie del Super Tuesday, così consolidando in modo oltremodo netto la sua leadership per la nomination. Dopo aver vinto le primarie in Florida, Ohio e Illinois, e perse a sorpresa la sfida con Bernie Sanders in Michigan, Hillary Clinton ha conquistato la nomination grazie ai suoi successi nei popolosi Stati di New York, Pennsylvania e California, che hanno regalato un primato nei delegati irraggiungibile per il suo avversario.

(Foto: REUTERS / Andrew Kelly  / File Photo)

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