Meningite, corsa al vaccino. Ma non c’è alcuna emergenza

06/01/2017 di Redazione

Alcuni casi di meningite emersi negli ultimi giorni hanno causato una vera e propria psicosi in molte città d’Italia, dove vengono presi d’assalto i centralini delle aziende sanitarie e si riempiono le sale di attesa di medici di famiglia e pediatri. Chi teme l’infezione si mette a caccia dell’unico rimedio possibile, il vaccino, ma il Ministero della Salute chiarisce che nel Paese «non c’è alcuna emergenza».

MENINGITE, NESSUNA EMERGENZA

Ieri in una riunione al Ministero della Salute convocata dal Direttore generale della Prevenzione sanitaria per monitorare la situazione della meningite (alla quale hanno partecipato referenti del Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Agenzia Italiana del Farmaco, del Comando dei Nas, di Farmindustria e della Regione Toscana) è emerso che non esiste nessun problema di approvvigionamento dei vaccini e che ogni allarme è infondato. Nel corso del vertice straordinario sono stati nuovamente analizzati i dati dei casi di meningite verificatisi fino ad oggi ed è stato ribadito che «non esiste alcuna evidenza di emergenza di sanità pubblica relativa alla meningite a livello nazionale». Per quanto riguarda invece la Regione Toscana, dove da alcuni anni esiste un numero più elevato di episodi di Meningococco C rispetto alle attese, «si è valutato l’andamento della casistica e concordato di proseguire con la collaborazione in atto».

 

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Un invito alla calma è arrivato anche da sindacati di pediatri emedici di famiglia. Quattro grandi categorie mediche, la Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva (SItI), la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG) e la Federazione Italiana dei Medici Pediatri (FIMP) affermano che la situazione epidemiologica «è nel nostro Paese in linea con la consueta incidenza della malattia, tranne che per la Regione Toscana dove le autorità sanitarie hanno intrapreso interventi straordinari di prevenzione». Viene poi ribadita la necessità di aderire alle normali campagne di immunizzazione previste dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale rivolte a bambini e ad adolescenti (le categorie più a rischio), «mentre per gli adulti va evitato un indiscriminato ricorso ai centri vaccinali, ma vanno seguite le indicazioni delle strutture sanitarie locali e vanno eventualmente effettuate valutazioni caso per caso con il proprio medico di fiducia in funzione di particolari esposizioni».

MENINGITE, STESSA INCIDENZA

E ci sono anche le statistiche a confermare che l’incidenza della malattia non è aumentata. La meningite può essere provocata da vari batteri, l’emofilo e lo pneumococco, ma quello che genera maggiori timori è il meningococco. Il tipo C sta provocando problemi in Toscana con i casi che sono saliti da 3 o 4 a 30 l’anno. Ma esiste il vaccino per il B, oltre a un quadrivalente per il tipo A, C, Y e W. Secondo la Regione Lazio, non solo nella regione non c’è una emergenza meningite, ma l’incidenza della meningococcica nel 2016 è stata addirittura inferiore al 2015, con 19 casi rispetto a 25. Intervistato da Repubblica il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi ha spiegato che «solo la Toscana ha un problema», che «con la vaccinazione di massa verrà tenuto sotto controllo e risolto»:

Gli ultimi casi di meningite devono preoccupare?

 

«No, perché non vediamo un aumento dell’incidenza della malattia. Solo la Toscana ha un problema ma con la vaccinazione di massa verrà tenuto sotto controllo e risolto, sono convinto. Per quanto riguarda il resto del Paese, vorrei ricordare che in media ogni giorno in Italia ci sono 3 casi di meningite, che può essere provocata da batteri molto diversi tra loro. Ecco, non stiamo superando questi numeri».

 

Migliaia di persone chiedono comunque di essere vaccinate, cosa risponde loro?

 

«Non ha senso che i cittadini vadano alla ricerca del vaccino da soli. L’importante è sostenere le campagne dedicate ai bambini, e portare le coperture sopra il 90-93%. Al momento il meningococco C è intorno all’87%. Con il nuovo piano vaccini arriverà anche un richiamo a 13 anni e così avremo una copertura completa su bambini e ragazzi. Forse non sradicheremo mai la malattia ma con la vaccinazione la possiamo molto ridurre. Ricordo che in Inghilterra c’erano circa 1.500 casi di infezioni da meningococco all’anno e grazie a una campagna di massa si è arrivati a una cinquantina».

 

E gli adulti?

 

«Per loro al momento non c’è bisogno della vaccinazione, salvo in casi particolari che devono indicare i medici e salvo l’eccezione toscana. L’importante è coprire i più giovani perché sono il bacino principale della malattia. Tra i 10 e i 20 anni c’è il maggior numero di portatori sani dei vari tipi di meningococco, anche perché i ragazzi frequentano molti luoghi affollati, cioè discoteche, locali, scuole».

(Foto: REUTERS / Regis Duvignau)

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