Leonardo Bonucci e la malattia di suo figlio: «Ho pensato di abbandonare il calcio»

«Sono stato sfiorato dall’idea di abbandonare il calcio, avevo completamente accantonato l’obbligo di pensare al mio lavoro. proprio non ci riuscivo». Parla così il calciatore della Juventus Leonardo Bonucci ripercorrendo le settimane più dolorose per la malattia di suo figlio Matteo, che compirà tre anni il prossimo mese di maggio. In un’intervista rilasciata a Dario Cresto-Dina per Repubblica il difensore bianconero racconta che la paura per le condizioni di salute del piccolo è durata da luglio fino a pochi giorni fa. Ora, dice, Matteo «sta bene fisicamente e psicologicamente».

 

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LEONARDO BONUCCI E LA MALATTIA DEL FIGLIO MATTEO: «HO PENSATO DI SMETTERE»

La paura per Bonucci è cominciata a metà estate:

Se la sente di ricordare quando è arrivata la paura?

 

«Estate, vacanze a Formentera dopo i campionati europei in Francia. Tre settimane prima a Matteo era stata rimossa una piccola ernia inguinale. Una sciocchezza, eppure abbiamo la sensazione che Matteo sia diventato un bimbo diverso. All’inizio pensiamo che la ragione sia da ricercare in un residuo di anestesia da smaltire, ma poi una serie di suoi comportamenti ci preoccupano. Siamo spaventati. Torniamo immediatamente a Torino, decide mia moglie. All’ospedale pediatrico Regina Margherita troviamo una dottoressa meravigliosa che non perde un minuto. Gli esami diagnostici rivelano una patologia acuta. Bisogna intervenire subito, ci dice il medico. Il giorno successivo Matteo entra in sala operatoria alle otto della mattina e ne esce alle quattro del pomeriggio».

Bonucci racconta dunque dell’affetto ricevuto da amici e familiari e del recupero record di Matteo, tornato a casa il dieci agosto, a tredici giorni dall’intervento. Ora è cominciata l’attesa dei miglioramenti:

È stata la fine dell’incubo?

 

«Non ancora, è cominciata l’attesa dei progressivi miglioramenti, l’ansia di cogliere ogni piccolo passo in avanti, la speranza che il tempo necessario a dissipare i timori scorresse rapido. Abbiamo spiegato la situazione a Lorenzo, abbiamo parlato a lungo e pazientemente con Matteo per renderlo consapevole che era successo qualcosa di molto importante, ma che non doveva avere paura perché sarebbe tornato come prima. In quelle settimane sono stato sfiorato dall’idea di abbandonare il calcio, avevo completamente accantonato l’obbligo di pensare al mio lavoro. Proprio non ci riuscivo».

(Foto di copertina da archivio Ansa)

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