Delitto Garlasco, nuova perizia: «Il dna sotto le unghie di Chiara non è di Alberto Stasi»

19/12/2016 di Redazione

La famiglia di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, chiederà la riapertura del processo sulla base dei risultati di una nuova perizia, secondo la quale le tracce di dna rinvenute sotto le unghie della ragazza non sono del ragazzo. Il profilo del dna apparterrebbe ad una persona di sesso maschile, probabilmente un giovane che potrebbe anche gravitare nel vecchio giro di amicizie oppure di conoscenze di Chiara. A riportarlo oggi è il Corriere della Sera in un articolo a firma di Andrea Galli e Cesare Giuzzi, precisando che la madre di Stasi, Elisabetta Ligabò, ha fornito al giornale i risultati di nuove analisi condotte dalla difesa.

 

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DELITTO GARLASCO, LA DIFESA: «NON È DI STASI IL DNA SOTTO LE UNGHIE DI CHIARA»

Precisamente la rivelazione della donna (che arriva a nove anni dall’omicidio e a un anno dalla condanna definitiva, successiva a due assoluzioni, che aveva portato Alberto Stasi a costituirsi nel carcere di Bollate) trova fondamento nei risultati di laboratorio condotti da un noto genetista su incarico degli avvocati dello studio Giarda che si sono affidati a una società di investigazioni di Milano. La rivelazione di Ligabò dovrà ora ricevere conferma dalle indagini di polizia giudiziaria e dalla probabile riapertura del caso. Il Corriere della Sera riporta anche la testimonianza della donna:

La mamma di Stasi presenterà un esposto per chiedere la revisione del processo sulla base di una prova che considera risolutiva per l’innocenza del figlio: «Non ho fatto che ripeterlo e finalmente ne ho la conferma. Mai e poi mai Alberto avrebbe potuto uccidere Chiara. Si amavano e avevano progetti in comune. La sera prima erano andati a cena insieme. Di lì a poco sarebbero partiti per le vacanze. Erano felici, uniti, erano spensierati, vivevano con la gioia e la fiducia nel futuro tipica dei giovani fidanzati. Alberto stava per laurearsi e se c’era una persona che più di ogni altra lo spronava e gli dava forza, che lo incoraggiava e lo appoggiava, quella era Chiara. Amo mio figlio, l’avrei amato anche da colpevole ma chi sa del delitto ha continuato a non parlare e a stare nascosto, scegliendo il silenzio, un silenzio terribile, asfissiante, un silenzio atroce che ha coperto e depistato. Così facendo non ha reso giustizia a una ragazza morta e, allo stesso tempo, sta uccidendo una seconda persona».

DELITTO GARLASCO, STASI NEL 2015 CONDANNATO A 16 ANNI IN CASSAZIONE

Alberto Stasi oggi ha 38 anni, all’epoca dei fatti ne aveva 24. Il 12 dicembre del 2015 la Cassazione ha confermato nei suoi confronti la condanna a 16 anni per omicidio, mettendo la parola fine a una vicenda processuale durata 14 anni, nel corso della quale Stasi è stato anche due volte assolto. Ora il caso potrebbe riaprirsi.

(Foto di copertina: ANSA / DANIEL DAL ZENNARO)

 

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