Mattarellum: cos’è e come funziona la legge elettorale che molti rimpiangono

14/12/2016 di Andrea Mollica

Il Mattarellum, il soprannome coniato per la legge elettorale che ha come primo firmatario Sergio Mattarella, è tornato di moda. L’impianto maggioritario corretto da buone dosi di proporzionale sembra poter trovare una maggioranza in un Parlamento che dovrà superare l’Italicum, a forte rischio di costituzionalità, non più voluto dal PD che l’ha imposto con la mozione di fiducia.

MATTARELLUM, COS’È

La legge Mattarella ha disciplinato le elezioni politiche del 1994, 1996 e 2001. Dopo il referendum del 1993 che aveva abrogato la ripartizione proporzionale dei seggi nella legge elettorale per il Senato della Repubblica, il futuro presidente della Repubblica era stato indicato come il relatore della nuova normativa elettorale, che aveva tradotto la volontà degli italiani in un sistema misto. Il Mattarellum è un sistema maggioritario, basato sui collegi uninominali, però corretto da una rilevante dose proporzionale. I 630 seggi della Camera erano così distribuiti: 475 al candidato arrivato prima negli altrettanti collegi da circa 100 mila persone in cui era suddiviso l’Italia, mentre gli altri 155 erano assegnati attraverso un voto di lista su base proporzionale.

La quota proporzionale suddivideva l’Italia in 26 circoscrizioni, e solo i candidati delle liste che superavano la soglia del 4% avevano la possibilità di diventare deputati. Le liste erano bloccate. Mentre per la quota uninominale un candidato si poteva presentare in un solo collegio, per la quota proporzionale invece c’era la possibilità di un massimo di tre candidature in circoscrizioni diverse.

MATTARELLUM, COME FUNZIONA LO SCORPORO

Al Senato della Repubblica l’impianto della legge Mattarella era simile. Il 75% dei seggi era attribuito al candidato vincitore nei 232 collegi uninominali, mentre i restanti 83 erano assegnati con una ripartizione proporzionale su base regionale, così da garantire il rispetto del dettato costituzionale. I seggi della quota proporzionale erano attribuiti ai migliori perdenti dei collegi, con una suddivisione che permetteva anche a forze minori di ottenere una sorta di diritto di tribuna. Il carattere misto del Mattarellum era accentuato dal meccanismo dello scorporo: i voti di vantaggio che avevano permesso a liste collegate ai candidati di ottenere la vittoria nei collegi uninominali erano sottratti, in modo parziale alla Camera e totale al Senato, al voto di lista per la quota proporzionale.

LEGGE MATTARELLA, UNINOMINALE DI COLLEGIO, MAGGIORITARIO E PROPORZIONALE

Il Matterallum è stato superato dalla legge Calderoli, il cosiddetto Porcellum, che aveva cancellato i collegi, e distribuiva tutti i seggi attraverso liste bloccate circoscrizionali. Un meccanismo corretto da un premio di maggioranza garantito su base nazionale alla Camera, e regionale al Senato. Il Mattarellum piaceva al centrosinistra, in parte alla Lega Nord, ma non a Silvio Berlusconi, che aveva notato come la scelta dei candidati nei collegi uninominali penalizzasse Forza Italia, più forte nel voto di lista. Ora il Mattarellum sembra tornare di moda grazie alla sua capacità di unire un legame diretto tra eletti ed elettori, attraverso i collegi, senza le preferenze, e alla sua capacità di favorire governabilità e rappresentanza.

Foto copertina
ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE

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