Chi saranno i ministri del dopo-Renzi? Il totonomi: a rischio Boschi e Giannini

10/12/2016 di Redazione

Mentre il presidente della Repubblica continua le consultazioni al Quirinale per la nascita di un nuovo governo dopo le dimissioni di Matteo Renzi circolano già i nomi su ministri confermati o bocciati. Se a ricevere l’incarico di presidente del Consiglio sarà, come sembra probabile, l’attuale ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, la squadra sarà in buona parte simile a quella che ha lavorato negli ultimi tre anni. Ma non mancheranno le bocciature.

 

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MINISTRI DOPO-RENZI, TANTI CONFERMATI E POCHI BOCCIATI

Quasi certamente resteranno in sella il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e il titolare della Giustizia Andrea Orlando, come pure il ministro dell’Interno Angelino Alfano, Pier Carlo Padoan all’Economia, Graziano Delrio alle Infrastrutture e Trasporti e Maurizio Martina alle Politiche Agricole. A rischiare sono soprattutto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e Stefania Giannini, titolare dell’Istruzione. Ma ci sono anche dubbi sulla casella della Pubblica Amministrazione, attualmente occupata da Marianna Madia, e su quella del Lavoro. Scrive oggi Tommaso Ciriaco su Repubblica:

Al posto di Poletti, il nuovo premier potrebbe promuovere Teresa Bellanova, già viceministro allo Sviluppo con un passato da giovane sindacalista dei braccianti pugliesi. Un segnale politico, dopo la frattura referendaria con il Sud e il mondo del lavoro.
Un ragionamento completamente diverso vale invece per Boschi. È stata lei a legare il suo futuro politico a quello del presidente del Consiglio, promettendo di lasciare in caso di trionfo del No. E poi non è escluso che un passo indietro possa addirittura rilanciare la sua immagine. Di certo, valuta in queste ore di ritirarsi dalla corsa, anche se chi dovrà governare le propone di cambiare soltanto le deleghe, oppure ministero.

Poco chiaro in queste ore anche il destino del Ministero della Salute:

Fuori da Palazzo Chigi rischia di restare anche Beatrice Lorenzin. Da tempo nel mirino dei verdiniani, può vedersi sorpassata da un tecnico, affiancato però da un sottosegretario vicino all’ex berlusconiano. Ad esempio Guido Viceconte, senatore di Ncd ma amico di Denis. Non sarà facile sedare la voglia di poltrone di Ala, anche se per adesso il Pd promette barricate. Per difendere Lorenzin, intanto, scende in campo Angelino Alfano.

MINISTRI DOPO RENZI, NODO ESTERI

Per quanto riguarda la sostituzione di Paolo Gentiloni agli Esteri, le ipotesi sono diverse. Il presidente Mattarella non gradisce la soluzione di un interim al nuovo premier. Sono dunque spuntati in queste ore anche i nomi di Dario Franceschini, che potrebbe dunque anche liberare la casella dei Beni Culturali, e dell’ex sindaco di Torino Piero Fassino. Scrive Mario Ajello sul Messaggero:

Resta saldo al suo posto Graziano Delrio, volto gentile del renzismo. Le Politiche Agricole non subiranno turn-over, anzi il ministro Maurizio Martina – prezioso per gli equilibri interni del Pd sembra essersi rafforzato. E ieri è stato convocato da Renzi a PalazzoChigi. Come accadeva nella Prima Repubblica, infatti, anche adesso si ripete uno schema tradizionale: le difficoltà nel partito che producono scelte nel personale di governo capaci di spegnere, o attenuare, gli incendi. Ecco perché Dario Franceschini e il guardasigilli Orlando resteranno al loro posto. Estrometterli dal governo avrebbe il significato di voler scatenare una guerra nel partito, e Renzi non ha la forza né la voglia per ora di mettersi contro due correnti importanti che i due ministri rappresentano. Nel caso dovesse entrare Piero Fassino nella squadra ministeriale, come titolare della Farnesina, suo sogno da sempre, la nomina rientrerebbe nella logica di dare qualcosa di più a Franceschini, visto che l’ex sindaco di Torino appartiene come altri ex diessini (la Sereni per esempio) a quel gruppo.Oppure è il contrario: i renzisti per sottrarre Piero a Dario mettono Fassino al governo? Agli Esteri, però, il più accreditato successore di Gentiloni parrebbe essere Carlo Calenda.

Come scrive Fabio Martini sulla Stampa, insieme a Boschi, Giannini e Madia, rischia di perdere il posto anche Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente. E agli Esteri potrebbe arrivare l’ambasciatrice Elisabetta Belloni:

Sono quattro i maggiori indiziati ad uscire: oltre alla Boschi, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, colpita dall’insuccesso della «buona scuola»; il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia; il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Sembrano destinati ai loro posti Andrea Orlando (Giustizia) e Dario Franceschini (Beni culturali), anche se ieri sera si era diffusa la voce di un suo passaggio agli Esteri. Voce che non ha trovato conferma, mentre per gli Esteri in pole position la segretaria generale della Farnesina l’ambasciatrice Elisabetta Belloni, un ottimo rapporto con Gentiloni.

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit: Riccardo De Luca / Anadolu Agency)

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