Legalicum e Roberto Fico che sfida Luigi Di Maio. Cosa fanno i 5 stelle in vista di Palazzo Chigi

Si chiamerà “Legalicum” la proposta di legge elettorale che sarà avanzata dai 5 stelle nei prossimi giorni. Mentre le dimissioni di Matteo Renzi restano congelate in attesa dell’ok alla legge di Bilancio il Movimento decide sul da farsi. A partire da una soluzione che superi l’Italicum e la situazione elettorale in Senato. Non solo. C’è grande fermento in vista delle elezioni anticipate. Qualcuno starebbe preparando una candidatura alternativa a quella del vicepresidente alla Camera Luigi Di Maio. Ma procediamo per gradi.

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I 5 STELLE E LA LEGGE ELETTORALE: COSA È IL LEGALICUM?

Ne parla su La Stampa Danilo Toninelli, deputato M5S spesso impegnato nelle iniziative costituzionali dentro il Movimento.

 Ce la spiega?

«Semplice: è l’Italicum rettificato dalla Corte. Il Legalicum è la costituzionalizzazione dell’Italicum, applicato anche in Senato».

Se l’Italicum uscirà dalla Consulta senza doppio turno, sarà un proporzionale con premio di
maggioranza al 40%. Se nessuno lo raggiungerà si dovranno cercare alleanze in Parlamento. Ma voi alleanze non ne fate…
«Molto meglio questa prospettiva che il pasticcio incostituzionale in cui ci troviamo o la legge che prepareranno contro il M5S, l’Anticinquestellum».

O vi alleerete con chiunque vada contro il Pd, anche Lega e Forza Italia come ha detto prima di rimangiarselo Max Bugani?
«Le alleanze le faremo con tutti sui programmi che presenteremo ai partiti e ai cittadini. Questa è la nostra rivoluzione: le alleanze hanno rovinato il Paese perché erano di poltrona e non di proposta»

IL MOVIMENTO 5 STELLE VA CON FORZA ITALIA E LEGA? IL CORTO CIRCUITO BUGANI

E passiamo all’aspetto interessante che scuote il Movimento in queste ore: le alleanze. Max Bugani, consigliere grillino a Bologna e fedelissimo di Grillo ha parlato in queste ultime ore di sintonie con lega e Forza Italia. Bugani non è un grillino a caso ma è membro dell’Associazione Rousseau insieme David Borrelli e Davide Casaleggio. Le sue parole potevano esser facilmente fraintendibili. Beppe Grillo e Davide Casaleggio, raccontano fonti M5S, non avrebbero apprezzato queste dichiarazioni. Per questo, nel giro di poco, è arrivata la precisazione dello stesso Bugani, nonché le smentite di Luigi Di Maio e Roberto Fico in prima linea. Il Movimento non fa alleanze con nessuno.  Ma su alcuni temi dovrà pur prendere posizione. Malaguti, sempre su La Stampa, spiega come le difficoltà inizino a montare:

Sin dall’inizio il Movimento cerca una complicata sintesi tra la spinta alla globalizzazione imposta da quelle tecnologie che sono alla base del suo successo e la possibilità di rivendicare il diritto alla diversità, con il rafforzamento di spinte di tipo particolaristico. Il livello teorico è complesso, quello pratico un po’ meno: le fasce sociali più deboli si sentono più tutelate a destra. Chiariamo che siamo là anche noi. Come farlo senza perdere tutta quella parte di sostenitori che alle origini del movimento erano stati attratti dalle battaglie sull’acqua pubblica o sul consumo del suolo (vale a dire sinistra ultra classica)? Ad esempio mettendo l’energia al primo punto del nascituro programma. Un tocco verde da Austria Felix su un quadro identitario indefinibile.

E sui 509? Spiega il Mattino:

Si pensa a un esecutivo politico aperto a personalità esterne al M5S che accettino il progetto pentastellato: l’esempio che circola è quello di Marcello Minenna che però non è durato molto all’interno della giunta cinque stelle di Virginia Raggi. Il mondo dell’economia è al centro di incontri. Al momento ci sono solo tentativi di dialogo. La cena con i fondi di investimento che doveva tenersi a Roma con Barbara Lezzi e Carla Ruocco alla fine non c’è più stata mentre gli investitori che avevano avuto un primo flirt con i pentastellati milanesi sono tornati a farsi sentire. Cancellerie, ambasciate, imprenditori e pezzi del mondo della finanza stanno bussando alla porta del M5S per studiarne credibilità e reali intenzioni. In Lombardia si è anche avviato un percorso di networking: un microcosmo di commercialisti e avvocati che hanno organizzato corsi e dibattiti pubblici con il marchio M5S per parlare di funzionamento degli appalti nel sistema sanitario. Un modo per formare classe dirigente, attrarre nuove leve e chissà nuovi candidati.

COSA FA M5S QUANDO SALI AL GOVERNO? FICO SFIDA DI MAIO

Nel M5S stanno già studiando eventuali organigrammi ministeriali per piazzare le ben 509 figure che serviranno subito in caso di mandato a Palazzo Chigi. E sulla candidatura a premier spuntano novità. Roberto Fico sarebbe pronto a sfidare Luigi Di Maio. Lo racconta Annalisa Cuzzocrea su Repubblica:

Roberto Fico è pronto a candidarsi come premier per il Movimento 5 stelle. Pronto a sfidare Luigi Di Maio, in caso fosse necessario. Il presidente della Vigilanza Rai lo ha detto in un’intervista ad Avvenire: «Fermo restando che il premier è un semplice portavoce di un programma, sono sempre disponibile a fare tutto ciò che può essere utile al Movimento». La sfida è lanciata. Fico è il primo – dopo il vicepresidente della Camera – a dirsi pronto per quel ruolo. E la sua accelerazione ha spiazzato tutti coloro che vorrebbero partecipare alla contesa, ma non hanno avuto il coraggio di venir fuori in attesa che dal blog arrivino le regole per farlo. Non corre per sé, Fico. Incarna la visione dell’ala ortodossa del Movimento: quella che – in questa fase – teme le fughe in avanti di Luigi Di Maio e vede con sospetto la fretta con cui i 5 stelle si sono affannati a proporre come legge elettorale l’Italicum, estendendolo al Senato

 

(in copertina foto ANSA/ MASSIMO PERCOSSI)

 

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