Abbiamo letto il nuovo libro di Alessandro Di Battista: vi raccontiamo come è

Oggi è uscito nelle librerie il libro di Alessandro Di Battista, deputato del MoVimento 5 Stelle. “A testa in su, investire in felicità per non essere sudditi” è edito da Rizzoli (casa editrice di recente rilevata dalla Mondadori). Un salto differente rispetto al primo libro “Sicari a 5 euro” edito invece dalla Adagio, di proprietà della Casaleggio Associati, prima opera dell’esponente grillino. Ecco, Dibba presenterà il suo nuovo libro sabato 26 alla Feltrinelli sull’Appia Nuova, Roma. Noi però non vogliamo aumentare la gigantesca suspence attorno all’opera di questo meraviglioso ragazzo e abbiamo deciso di fare una cosa. Una sola. Abbiamo letto per voi il libro del Dibba così vi spieghiamo un po’ come è e di che diamine tratta. Davvero. Anche perché diciamolo, su, il Dibba è uno degli esponenti di spicco del Movimento 5 stelle. I suoi post su Facebook fanno un botto di like e mediaticamente è un nemico temibile per le altre forze politiche. Ci siamo detti magari il suo libro spiegherà ulteriormente che passa nella testa del cittadino portavoce più amato del Movimento. Magari è un’opera da annoverare nella sezione Grillologia per capire il fenomeno M5S. Magari, no?

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Ebbene sì, di primo mattino sono andata in libreria e mi sono avvicinata alla sezione “Politica”. Cerco il Dibba e non lo trovo, rivolgo uno sguardo alla commessa e prima di chiedere noto una copia di “A testa in su” sul carrello, pronta per finire sullo scaffale. Sezione politica appunto. Come una ladra non oso pronunciare neanche il nome del cittadino portavoce invano.

Ecco ehm, cercavo quello…

La commessa mi da l’opera. Siccome sono masochista giro il retro della copertina per scoprire quanto sto pagando. Spero vivamente che parte del ricavato vada in beneficenza a qualche associazione dell’America Latina. Pago, non ci penso. Ora l’opera summa è nelle nostre mani.

alessandro di battista libro a testa in su
Io che comunico alla redazione cosa ho fatto

DIBBA E IL CONCETTO DI POLITICA

Iniziamo col dire che a  “A testa in su, investire in felicità per non essere sudditi”  non è una inchiesta, né un romanzo, ma una sorta di autobiografia. O meglio, se siete pratici dei post su Facebook di Alessandro Di Battista sapete di che sto parlando. In pratica è come avere a che fare con 253 pagine in stile status. Tutto in prima persona. Un misto di Caro diario in cui il deputato ripercorre le prime tappe fatte in Parlamento glissando tra il suo viaggio in America Latina (che gli ha cambiato la vita) e quello che passa a Roma.

“La politica è passione, è comunità, è un investimento nella generazione futura. Il viaggio è un investimento in felicità. Se adesso mi facessero una radiografia al cuore, probabilmente scoprirebbero che le vene seguono l’itinerario di questo viaggio” (Dibba sul retro della copertina del libro “A testa in su”)

Nel primo capitolo “Mettersi in viaggio” il libro inizia con il No tour verso la Sicilia del Dibba deputato. Con attorno un sacco di gente che lo riconosce:

«Ma lei è lei?», domandò.
«Io sono io, lei è lei?», risposi sorridendo.
«Sì, anche io sono io».
«Quindi ognuno è se stesso, molto bene» aggiunsi.
«Maronna, Di Battista, e che ci fa un onorevole su questo traghetto??»
«Sto andando a Siracusa, domani sera ho un comizio sulle ragioni del no alle riforme costituzionali. Mi sono imbarcato da Napoli perché sono in motorino»
«Anche’io sono per il no. Posso offrirle un caffè?»
«Volentieri, grazie»

Sì, lo stile è molto cittadino portavoce. A pagina dieci si parla già del reddito di cittadinanza senza contare le innumerevoli persone che hanno incontrato il pentastellato sul loro cammino. «Ho conosciuto imprenditori – spiega Dibba – che si taglierebbero un braccio pur di non licenziare qualcuno. Angelo mi disse pure che da giovane militava nel MSI ma che oggi sta dalla nostra parte. Anche questo lo accomuna a mio padre». La Politica è quella con la P maiuscola. E nel libro si parla anche di suo padre. Un uomo diverso ma che difende con affetto, fino all’ultimo. Perché per il Dibba chi possiede «la forza di interessarsi e non girarsi dall’altra parte» ha tutta la sua stima.

Un giorno durante il «Costituzione Coast to Coast» mi si avvicinarono due ragazzi. (…) «Alessandro abbiamo fatto il nostro primo accesso agli atti». Erano eccitatissimi. Io sembravo il fratello maggiore al quale venivano confidati i particolari di un primo rapporto sessuale: «Sono fiero di voi. Ma come è stato? Raccontatemi tutti i dettagli».

Si va dalla scuola del Guatemala, con un compleanno passato senza sms né chiamate perché senza cellulare fino al capitolo con “La fiducia si conquista” con un Dibba impacciato durante i primi giorni di scuola a Montecitorio. Il primo discorso in aula, con i crampi allo stomaco, lo ha affrontato con il sostegno di Carlo Sibilia. «Un amico, una delle persone più leali che io abbia mai conosciuto», racconta. «Le ultime frasi del mio intervento – spiega –  le seguiva come se si trattassero degli ultimi paletti per uno sciatore che si gioca lo slalom speciale. Sarei potuto cadere anche nell’ultima curva ma non avvenne».

LA PERDITA DI GIANROBERTO

Dal rapporto (degenerato) con Laura Boldrini alla battuta del commesso alla Camera (“Voglio vedere tra 5 anni come sarai”). Dagli orecchini venduti per strada con un amico che gli stava tremendamente sul culo al lavoro come scaricatore di “porco” con tanto di maiale scappato e riacchiappato sul Rio Napo. Dentro “A testa in su” c’è tutto il Dibba e anche più. Nel libro si parla del primo incontro con Gianroberto Casaleggio, avvenuto grazie alla tale amica Marina che gli girò la mail di un collaboratore del guru.  «Per il mio primo libro, Sicari a cinque euro, guadagnai all’incirca ottocento euro. Ma guadagnai in autostima e felicità». Nel capitolo “Agli esempi si crede” si parla a lungo del fondatore del Movimento. Casaleggio «punto di riferimento» ed «intellettuale d’azione». Dibba rinnega Pnl e comandamenti eterodiretti da Milano. E parla del giorno della morte di Gianroberto. Quando dopo un caffè e l’sms di Fico non riusciva manco a vedere il colore dei calzini per gli occhi gonfi di lacrime. «Disprezzava i conformisti e i leccaculo», racconta. «Adorava il calcio e i panini con la senape. Non lo dimenticherò mai, come non si dimentica un viaggio che ci fa tornare a casa con occhi nuovi».

ALESSANDRO DI BATTISTA E IL CONCETTO ” A TESTA IN SU”

Dall’invasione del tetto a Montecitorio con Grillo che al telefono gli disse «inventatevi qualcosa» fino allo sfottò a Cuperlo («avete tesserato mio nonno morto nel 87′, no Gianni scherzavo»). “A testa in su” parla del Dibba mosca in Transatlantico, mixa la propaganda 5 stelle e raccoglie piccoli sprazzi della vita personale del deputato. Come il libro che ricevette da Gianroberto prima delle elezioni europee: “Discorso sulla servitù volontaria” di Étienne de la Boétie. Unico ricordo fisico di quell’uomo e tomo andato purtroppo perso. Il viaggio è il trait d’union del Dibba pensiero. Insopportabile se non sopportate lui, ma illuminante per capire come i “signor nessuno” siano arrivati lì dove non avrebbero mai immaginato di entrare. O perlomeno ora lo immaginano. E invitano gli altri a fare altrettanto. «Basta alzare la testa – spiega il Dibba – per respirare libertà. E se un giorno la dovessimo abbassare mi auguro sia soltanto per controllare quanto ci siamo scottati i piedi».

 

 

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