Firme false M5S, nuovo caso a Bologna: 4 indagati per irregolarità nella raccolta delle Regionali

23/11/2016 di Redazione

Il caso delle firme false raccolte dal Movimento 5 Stelle non riguarda solo il voto del 2012 a Palermo. Come nel capoluogo siciliano, anche a Bologna ci sono degli indagati per presunte irregolarità nella raccolta delle sottoscrizioni a sostegno del partito di Beppe Grillo. Lo riferisce l’Ansa. Si tratta di un’inchiesta che ipotizza a carico di quattro persone la violazione della legge elettorale (violazione dell’articolo 90 comma 2 del Dpr 570 del 1960) in occasione delle Regionali 2014, un fascicolo nato da un esposto di Paolo Pasquino e Stefano Adani, due ex militanti di Monzuno, paese dell’Appennino.

 

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FIRME IRREGOLARI M5S BOLOGNA, 4 INDAGATI

La denuncia dei due ex militanti M5S riguardava anche una sottoscrizione ritenuta irregolare perché avvenuta al Circo Massimo di Roma, quindi fuori dal territorio di competenza, durante un raduno del Movimento 5 Stelle, dal 10 al 12 ottobre 2014.  Tra i quattro indagati dalla Procura di Bologna c’è anche Marco Piazza, vicepresidente del Consiglio Comunale. Piazza sarebbe chiamato in causa in qualità di ‘certificatore’, insieme ad un suo collaboratore e ad altre due persone. Tra le contestazioni, nel fascicolo del pubblico ministero Michela Guidi che ha coordinato le indagini dei Carabinieri di Vergato (Bologna), c’è quella di aver autenticato firme non apposte in loro presenza oppure in luogo diverso rispetto al requisito di territorialità, oppure in mancanza della qualità del pubblico ufficiale.

Le reazioni al nuovo caso di firme irregolari ha innescato una nuova polemica. «Quattro indagati per le firme false a Bologna, sommati con quelli di Palermo sono dodici. Allora è un metodo, si chiama Grillopoli», ha scritto in un tweet la vice capogruppo del Pd alla Camera Alessia Morani. «Questa – ha affermato invece il deputato Pd Marco Di Maio dell’ufficio di presidenza del gruppo Dem alla Camera – è l’ennesima conferma che nel Movimento 5 Stelle la trasparenza è soltanto una parola priva di significato, usata solo a fini di propaganda. I dipendenti della Casaleggio Associati non hanno nessuna credibilità quando parlano di rispetto delle regole e di difesa della democrazia in quanto violano, ripetutamente, le regole più elementari che ne sono alla base».

Sulla questione delle presunte firme irregolari del Movimento 5 Stelle, il 10 e il 12 ottobre scorso, due ex deputati M5S, Mara Mucci e Aris Prodani, hanno presentato un’interrogazione ai ministri della Giustizia e dell’Interno per avere risposte sulla vicenda. Nel testo si fa esplicitamente riferimento alla raccolta firme avvenuta al Circo Massimo nell’ottobre del 2014 e si parla di «violazioni documentate anche con foto».

FIRME FALSE M5S PALERMO, PRESTO GLI INTERROGATORI

Per quanto riguarda il caso delle firme false M5S a Palermo secondo quanto trapelato da fonti investigative potrebbero cominciare a fine settimana per poi proseguire agli inizi della prossima gli interrogatori degli indagati. L’inchiesta in questo caso riguarda la raccolta delle sottoscrizione per la presentazione della lista pentastellata alle Elezioni Amministrative del 2012. Davanti ai magistrati, ieri a Roma per concludere le audizioni dei testimoni, sfileranno anche i parlamentari nazionali coinvolti (secondo indiscrezioni i deputati Riccardo Nuti e Claudia Mannino), gli attivisti iscritti nel registro degli indagati (tra i quali Samantha Busalacchi e Giorgio Ciaccio), la deputata regionale Claudia La Rocca (rea confessa insieme ad altri due esponenti grillini che pure collaborano con i pm), e il cancelliere del tribunale tenuto ad autenticare le firme. Complessivamente sarebbero una decina le persone indagate. Ma l’elenco potrebbe anche allargarsi, visto che la norma contestata dai pm punisce anche chi abbia consapevolmente utilizzato le firme false.

È previsto oggi in Procura il deposito dell’informativa della Digos, delegata a svolgere l’indagine, che ha sentito oltre 400 persone, chiamate a riconoscere le firme depositate. In centinaia hanno dichiarato di non ritenere autentiche le sottoscrizioni. Qualcuno avrebbe anche sostenuto di non avere mai firmato per le liste alle Elezioni Comunali, ma di avere sottoscritto altre consultazioni, come quella sul referendum per l’acqua pubblica.

(Immagine da video di: Le Iene / Italiauno / Mediaset)

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